Negli ultimi 6 anni sono stati 163 gli sportelli chiusi in Umbria, passati da 511 a 348 (- 32%). Nel 2015 i Comuni serviti erano 82 su 92 (con un numero di sportelli ogni 100mila abitanti pari a 57), mentre nel 2021 erano 67 (40 sportelli ogni 100mila abitanti). In questi ultimi 6 anni è sceso anche il numero dei bancomat che è passato da 723 a 560 (- 163, – 22%). Nello stesso tempo il comparto ha registrato una consistente diminuzione del numero degli addetti che da 37851 del 2015 sono scesi a 2631 nel 2021 (- 1120, – 30%).
Di fronte a questo fenomeno di desertificazione bancaria, Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Umbria ed organizzazioni sindacali del credito umbro (Fabi, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Unisin) si sono incontrate per concordare possibili azioni di contrasto.
La desertificazione bancaria è un fenomeno gravissimo, che determina gravi conseguenze per le comunità umbre, sia in termini di perdita di posti di lavoro che di servizi essenziali con conseguenti rischi di usura e truffe. Anci e organizzazioni sindacali porranno in atto ogni possibile azione per arginare tale deriva a partire dal coinvolgimento di tutta la filiera istituzionale ed amministrativa.
“Il tema della chiusura degli sportelli bancari – ha dichiarato Michele Toniaccini, presidente Anci Umbria – è da tempo attenzionato da Anci in quanto come Sindaci siamo chiamati a dare delle risposte ai cittadini. Su questo argomento, anche di recente, Anci nazionale si è fatta portavoce delle nostre istanze con il Governo. Quello di oggi (martedì 13 settembre, ndr) è stato un momento di confronto importante, in cui sono emersi elementi di riflessione significativi che ci consentiranno di portare avanti il nostro impegno con maggior consapevolezza, vista la condivisione del percorso con altri soggetti tra cui i sindacati che hanno manifestato la volontà di supportarci in questo cammino”.
Oltre al presidente Toniaccini, erano presenti Federico Gori, coordinatore Anci piccoli comuni umbri e sindaco di Montecchio, Elisa Sabbatini, sindaco di Castel Ritaldi, Letizia Michelini, sindaco di Monte Santa Maria Tiberina, Silvio Ranieri, segretario generale Anci Umbria.
Tra i rappresentanti sindacali, il segretario della First Cisl Francesco Marini ha evidenziato come, già da tempo, la sua organizzazione abbia posto all’attenzione della politica regionale la questione, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto, senza però ottenere risposte. Si è inoltre sottolineato come il fenomeno delle chiusure degli sportelli sia frutto, da una parte della digitalizzazione del settore -che tuttavia non potrà mai sostituire la qualità del servizio svolto da un lavoratore – dall’altra dal depauperamento degli istituti di credito regionali, rispetto alle acquisizioni dei quali, le istituzioni (in maniera trasversale) non hanno posto alcun argine. Un processo che pertanto sta indebolendo i servizi sul territorio, con particolare danno alle categorie più deboli, ma che incide pesantemente anche sul progressivo impoverimento della popolazione bancaria.
L’auspicio è che anche altri soggetti lavorino per contrastare la desertificazione degli sportelli bancari in Umbria.