Trolley, borsa elegante o zainetto in spalla, cellulare in mano per scattare foto da pubblicare su Facebook. Primi giorni a Roma come in gita anche per la pattuglia dei parlamentari umbri. Il selfie davanti a Palazzo Madama o a Montecitorio, a seconda della Camera di appartenenza, è una tentazione troppo forte per chi, prima del 4 marzo, non ci sperava proprio o per chi, dopo anni di militanza politica all’opposizione, approda finalmente in Parlamento.
L’altra foto di rito è quella con la tessera da parlamentare, ritirata dopo aver ultimato le procedure di registrazione. La esibiscono con orgoglio alcuni dei nuovi parlamentari umbri. Ma anche i riconfermati senatori e deputati pentastellati, pronti poi a lasciarsi andare ad un tifo da stadio per l’elezione di Fico.
Ed esibisce la rinnovata tessera da parlamentare anche chi, come Anna Ascani, a dispetto della propria età è già una veterana. Gioca un po’ con la scaramanzia e poi augura “buona strada a tutti noi”. Già, perché questa XVIII legislatura ancora indefinita, ma a forti tinte verde leghista e giallo pentastellato, il Pd si augura che non sbandi troppo presto, prima di aver provato a ridare un po’ di cavalli al proprio scarburato motore. Ascani – rinvigorita dal ritorno al gol di Icardi – capita l’antifona, sale su un più affidabile mezzo agricolo.
Scendono invece dalla ruspa e salgono su una betoniera i leghisti d’Umbria. Giusto il tempo di un selfie in aula con il commissario Candiani e i neo senatori Tesei e Briziarelli, con l’aggiunta dell’oriundo Simone Pillon, insieme agli onorevoli colleghi Virginio Caparvi e Riccardo Augusto Marchetti, presentano un’interrogazione, congiuntamente agli altri parlamentari leghisti di Marche, Lazio, Abruzzo e Toscana, in cui chiedono l’urgente emanazione di un decreto legge per prorogare i termini della presentazione delle schede Aedes (quelle relative all’agibilità degli edifici ed ai danni subiti nell’emergenza sismica) e per presentare i progetti di ricostruzione. Altrimenti, evidenziano, la ricostruzione sarà a rischio per oltre il 40% degli edifici inagibili. Insomma, in attesa di “ruspare via” i campi rom, la pattuglia leghista pensa alla ricostruzione delle zone sismiche.
Qualche giorno prima di entrare nei due rami del Parlamento gli onorevoli leghisti umbri avevano avuto accesso alla terza Camera, quella di Porta a Porta, che aveva dedicato un ampio servizio al “miracolo” della Lega in Umbria, passata da qualche migliaio di preferenze alle 102mila delle ultima politiche.
Mano sul telecomando e su Rai2 compare invece la neo senatrice azzurra, la perugina Fiammetta Modena, a cui un giornalista del Tg2, nello speciale per le elezioni dei presidenti delle camere, chiede un commento su quanto sta avvenendo in aula. Modena indossa un cappotto rosso. Anti invidia, non per altro.
Dopo aver “combattuto i compagni” per anni in Consiglio comunale nella sua Spoleto ed a Perugia in Regione, Franco Zaffini è entrato agguerrito pregustando un duello con “i rossi” nella più nobile arena di Palazzo Madama. Ma i comunisti in Senato stavolta sono quattro gatti. E non è un modo di dire, ma l’esatto conteggio che non richiede una calcolatrice, bensì le dita di una sola mano. Un po’ di più i senatori seduti negli scranni destinati al gruppo Pd. Ma quelli di comunista hanno ormai ben poco. E così non è divertente. Zaffini allora se la prende con i pentastellati, specie dopo lo scherzetto organizzato insieme a Salvini a Montecitorio, che ha rischiato di affossare i sogni di gloria.
Esordio in silenzio a Montecitorio per l’altro umbro di FdI, Emanuele Prisco: più che l’emozione o gli avversari politici, a torgliergli la voce è una brutta influenza. Quando si dice sfortuna nera. Meno male che accanto a lui c’è il collega farmacista Marcello Gemmato. E poi, giusto due banchi più avanti – come certifica il selfie – c’è Giorgia Meloni, in gran forma, che ha parlato per tutti.
Selfie, selfie, selfie. Con tanti politici per la prima volta in Parlamento, le raccomandazioni del presidente pro tempore Giachetti di tenere a freno i cellulari servono a poco. Del resto, un presidente, sia pure “a ore”, senza cravatta, non si era mai visto. L’indossa invece, la cravatta, il neo presidente Fico. Chissà se in tasca ha ancora l’apriscatole con cui, cinque anni fa, aveva promesso di aprire il Parlamento per rivoltarlo.
Ben più adatta al ruolo, almeno nel look, la seconda carica dello Stato, la fedelissima berlusconiana Maria Elisabetta Alberti Casellati. Riceve i complimenti della coordinatrice azzurra Catia Polidori, e fin qui nulla di strano. Ma anche quelli della confermata senatrice Pd Nadia Ginetti. Che le augura un buon lavoro “… a servizio e nell’interesse dell’Italia, tutta”. Augurio da leggere bene, puntini di sospensione e virgola finale compresa. D’altro canto, il Pd non ha voluto (o potuto toccar palla) in questa partita per i presidenti delle camere; non c’è altro da fare che fischiare o applaudire, pur con riserva.
Non è tornato in Parlamento Giampiero Giulietti. Che però, mercoledì ha minacciosamente postato una foto di Schwarzenegger in arte Terminator, accompagnato dal virgolettato “torno“. La profezia di una rivincita politica in vista di un rapido ritorno alle urne, come ha ipotizzato uno dei pochi socialcommentatori? Difficile. Più probabilmente, in attesa di sapere come il Pd umbro intenda “valorizzarlo” insieme alle altre “eccellenze” bocciate dal voto negli scontri uninominali, le Sarah Connor in pericolo sono da ricercare nello stretto perimetro altotiberino. Dove, da un recente passato, viene inviato nel futuro anche il capo della ribellione, Marco Locchi, che impugna l’arma della lista UmbertidePartecipa.
Nel giorno in cui la maggioranza va in affanno e non vota il bilancio, a Spoleto il Pd si prende comunque la scena politica, in negativo, grazie al consigliere Martellini che se la prende con una giornalista. Vuoi la batosta elettorale bocciana, vuoi quanto andato in scena nell’Assemblea cittadina riunita per cercare di trovare una linea comune del partito in vista delle imminenti politiche, i nervi sono quanto mai scoperti. Qualcuno ha consigliato il Maalox. In attesa della ricetta, un infuso di camomilla, prego.
Il Maalox dovranno farselo prescrivere molti ternani, quando si vedranno recapitare le prossime cartelle di tasse e tariffe. Tutte con il massimo delle aliquote, per cercare di tappare il buco di bilancio. Cinquestelle e centrodestra puntano l’indice: paghino i responsabili. Dal punto di vista elettorale, è probabile. E il Pd lo ha già messo in conto. Come scontato, però, è l’esito di eventuali azioni di responsabilità verso gli ex amministratori.
Non è più serafica per il Pd nemmeno Assisi, astutamente strappata due anni fa, con una mossa camaleontica, al centrodestra che da quelle parti è un’armata Brancaleone. Mister Eurochocolate, Eugenio Guarducci, tecnico giunto alla corte di Stefania Proietti per rilanciare la più grande fabbrica assisana dopo il Sacro Convento, quella del turismo, è l’unico amministratore locale a lasciare per una scelta politica, dopo la debacle del centrosinistra alle politiche del 4 marzo. I presunti insuccessi di “Tra_me”, dunque, non c’entrano nulla, ha spiegato lo stesso Guarducci. Che forse non vedeva l’ora di togliersi dall’impiccio del ruolo di assessore per tornare a dedicarsi a tempo pieno alle proprie attività.
Il più reggente dei reggenti
Grisù-Chiacchieroni gira l’Umbria, predicando ovunque unità. Ma chiusa una falla se ne apre un’altra. A Umbertide bisogna riportare ordine tra manovre di disturbo guasticchiane e la cyborg voglie di riscatto. A Spoleto siamo alle solite e l’anarchia regna sovrana. Nel tutti contro tutti che si sta profilando a Terni, la reggenza viene giudicata troppo perugina e per questo disconosciuta. E poi c’è il sondaggio Swg, che indica il consenso della governatrice Marini in caduta libera al 29%. Un segnale per il Pd, comunque.
E allora, anche uno caparbio come Chiacchieroni è apparso stanco nelle ultime ore. Anche perché, dei reggenti, in fondo è lui a reggere di più il peso del momento politico dem. Un mese, in attesa dell’Assemblea nazionale. Solo allora, si conoscerà la strada che il Pd umbro proverà ad intraprendere per tentare di tornare ad essere in partita.