Un perugino apre il Festival di Venezia. L’attore Jacopo Costantini, insieme a Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) e Matteo Gatta, nel film di apertura delle Giornate degli Autori alla 77a edizione della Mostra
Dal Teatro Stabile dell’Umbria al cinema. Adesso Jacopo vive a New York, dove ha seguito l’amore, ma non vede l’ora di rientrare in Italia per la proiezione del film
La passione prima, lo studio e il teatro poi. E ora, dopo diverse esperienze sul palco, un ruolo da coprotagonista in un film, Jacopo Costantini, attore perugino, non vede l’ora di presentarsi il 3 settembre al Lido per l’anteprima ufficiale di Est. (Dittatura last minute), opera seconda di Antonio Pisu.
Il film sarà presentato come opera d’apertura della Sezione non competitiva Notti Veneziane – L’Isola degli Autori alla selezione delle Giornate degli Autori che si terranno dal 2 al 12 Settembre 2020 nell’ambito della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Si tratta di un road-movie ambientato alla vigilia della caduta del muro di Berlino, tratto da una storia vera, e girato tra il cesenate e la Romania. Le riprese si sono concluse a dicembre in Transilvania. Insieme a Jacopo, nel ruolo di protagonista, c’è Lodo Guenzi, voce e chitarra de Lo Stato Sociale e diplomato all’accademia di Arte Drammatica Nico Pepe – che con il film Est. Dittatura Last Minute fa il suo esordio sul grande schermo.
A chiudere il trio dei protagonisti Matteo Gatta, anche lui al debutto nel mondo del cinema.
Volto noto in città, soprattutto tra i frequentatori dei cinema e del centro storico di Perugia, Jacopo ha iniziato a recitare al Liceo Alessi.
Come spiega: “Proprio all’Alessi, ormai diversi anni fa, mi iscrissi ad un corso di teatro organizzato da Liminalia. Mi resi conto che potevo restare a provare per ore e ore e che mi divertivo un casino. Dopo una recita con gli scout mio fratello maggiore Mattia mi disse: scusa ma se ti piace così tanto perché non provi a recitare di mestiere”.
Da lì è stato selezionato alla scuola di teatro di Bologna, e poi all’Accademia del Quirino a Roma. Figlioccio di Lello Arena, fa il suo esordio a teatro, proprio di fianco all’attore napoletano, al Quirino, in Miseria e nobiltà.
Diverse poi le esperienze, sempre a teatro al Plautus festival con la compagnia Teatro europeo Plautino di Sarsina e a Perugia con il Teatro di Sacco e infine nel 2018 con lo Stabile dell’Umbria.
Come spiega: “Al cinema il film Est rappresenta il mio debutto nel circuito ‘ufficiale’, ma il mio vero debutto è stato nel 2018 con la commedia indipendente Te lo dico pianissimo di Pasquale Marrazzo, un regista molto importante con il quale poi ho continuato e continuo a lavorare.
A Perugia sono molto legato, non solo dal punto di vista lavorativo. La mia famiglia e i miei amici più stretti sono tutti qui. Ho anche lavorato per ben cinque anni alla organizzazione del Perso Film Festival, un festival di cinema documentario che negli anni si è guadagnato rispetto a livello nazionale e internazionale.
Fare l’attore non è semplice, è un lavoro precario, ma è anche bello poter lavorare in posti diversi o essere sempre pronti a partire per nuove avventure, però anche organizzare un evento e stare due, tre mesi a casa e godersi Perugia non è male”.
Da un annuncio su internet al provino. Jacopo ha trovato un annuncio su internet: casting a Cesena. “Io tanto bene ero a Perugia – prosegue – e mi sono detto vai, che hai da perdere! Era richiesto il dialetto romagnolo, io mi sono messo a studiare e ho portato un monologo di Shakespeare fatto in romagnolo.
Ovviamente al provino non ho detto niente sulla mia provenienza effettiva e sono stato richiamato per un provino su parte. Mi sono messo a studiare di nuovo, a lavorare sulla parte, ho frequentato amici romagnoli, ho ascoltato ore e ore di monologhi in romagnolo e ho passato anche la seconda selezione. Per la terza selezione stessa storia: tanto studio e preparazione”.
Poi sul set il rapporto con persone più navigate, con il regista, e con il mondo del cinema. Anche se in realtà sia Lodo Guenzi che Matteo Gatta sono alla loro primissima esperienza al cinema, Jacopo ha già due lavori indipendenti alle spalle, poi la professionalità del regista Antonio Pisu ha fatto il resto.
Con Lodo e Matteo è nato subito un’amicizia. Adesso Jacopo Costantini vive a New York, dove ha seguito il suo amore, Angela. “Il mio motto – conclude – è preso in prestito da Lord Baden Powell, il fondatore degli scout. Lui diceva che la vera felicità consiste nel fare la felicità degli altri. Recitare per me è raccontare storie e se la storia è bella e la racconti bene le persone che l’hanno sentita magari diventano un pizzico più felici. Ecco io lavoro per quel pizzico. Poi se è più di un pizzico non mi offendo mica! Adesso non ho ancora un’agenzia italiana, magari dopo questo film chissà. Intanto mi godrò il mio primo grande festival, ovviamente con la mia amata”.
La trama: a poche settimane dalla caduta del Muro di Berlino Pago, Rice e Bibi (Jacopo Costantini), tre ragazzi di ventiquattro anni, lasciano la tranquilla e ovattata Cesena in cerca di avventura: dieci giorni di vacanza nell’Europa dell’Est, luoghi in cui è ancora presente il regime sovietico.
Giunti a Budapest conoscono Emil, un rumeno in fuga dal suo paese a causa della dittatura di Ceausescu.
L’uomo, preoccupato per la famiglia rimasta in Romania, chiede l’aiuto dei tre ragazzi cesenati. Il compito è tanto semplice quanto pericoloso: portare una valigia alla moglie e alla figlia.
Ed è così che i tre, mossi dal trasporto solidale e in cerca di emozioni, decidono di dirigersi verso Bucarest, nel cuore della dittatura declinante di Ceausescu.