Un mare di gente ha riempito piazza Quaranta Martiri, a Gubbio, domenica, con visitatori arrivati da tutta Italia: la 45esima accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo resterà negli annali non solo per la grande partecipazione, ma anche per la qualità dello spettacolo e per l’intensità emotiva che ha saputo generare. Sin dalle ore 17.30, con l’ingresso degli Sbandieratori di Gubbio, la città è apparsa avvolta in un clima sospeso tra attesa e festa, guidata – come da scaletta ufficiale – dal conto alla rovescia lanciato dai conduttori Fabio Vagnarelli e Davide Calabrese degli Oblivion.
Musica, teatro musicale, coreografie su pattini, interventi istituzionali, collegamenti video e le voci del coro “Cantores Beati Ubaldi” hanno scandito l’avvicinamento al momento clou delle 18.55, quando il monte Ingino si è illuminato davanti a una piazza gremita e a milioni di spettatori collegati via streaming.
Un successo senza precedenti per l’Albero di Natale di Gubbio
Parlano tutti della partecipazione record. A confermarlo è il presidente del comitato “Albero di Natale più grande del mondo”, Simone Pierotti, emozionato dopo la sua prima accensione in questo ruolo: «È stata una bellissima edizione… veramente un mare di gente». Pierotti ricorda anche la dimensione titanica dell’opera: 450 metri di base, 700 metri di altezza, oltre 400 punti luce, 7.500 metri di cavi elettrici e più di 1.300 ore di lavoro. Numeri che ogni anno impressionano, ma che non raccontano fino in fondo ciò che più conta: la dimensione umana e comunitaria del progetto.
«L’Albero non si acquista, si costruisce. Si costruisce montando luci, intrecciando cavi… ma soprattutto intrecciando mani e sorrisi», ha detto Pierotti nel suo saluto ufficiale.
Lo spirito di una comunità che accende il mondo
Nel suo messaggio dal palco, Pierotti ha rivolto tre saluti speciali: alla città di Gubbio e alla comunità umbra; agli Alberaioli, “un fantastico gruppo che rende possibile questa magia”; e al comandante Nicasio Falica, accensore 2025 in rappresentanza della nave scuola “Amerigo Vespucci”. Proprio Falica ha sottolineato l’affinità di valori tra Gubbio e la storica nave della Marina Militare: «Quello che vediamo fuori è la realizzazione di qualcosa di grande, ma pochi sanno ciò che c’è dietro… un mondo volontario che valorizza la comunità». Il motto della Vespucci – Non chi comincia ma chi persevera – è risuonato in modo quasi naturale con la storia di 45 anni dell’Albero.
Le istituzioni: “Gubbio illumina i cuori”
Profondi anche i messaggi delle autorità coinvolte. Il sindaco Vittorio Fiorucci ha letto nell’Albero un simbolo identitario e spirituale: «L’albero maestro che illumina la rotta dei naviganti è il nostro Albero che illumina i cuori. Gubbio è una terra di spiritualità, di illuminazione. Il Natale del mondo dovrà sempre più partire da qui».
La presidente della Regione Umbria Stefania Proietti ha evidenziato l’importanza dell’evento nel posizionare l’Umbria come meta natalizia di riferimento: «Ci siamo ritrovati in un mare letteralmente di gente… Le luci degli Alberaioli si accendono di speranza, fraternità e pace». Un quadro che si intreccia con i dati turistici: l’Umbria è oggi la terza meta natalizia italiana per il turismo straniero.
«L’Albero di Gubbio – ha detto il vescovo Luciano Paolucci Bedini – è costruito su un monte che è carissimo alla popolazione, perché in cima c’è la basilica che custodisce il nostro patrono, colui che è un po’ il padre il custode di questa comunità. L’accensione dell’Albero ci invita a guardare in alto e a ricordarci che qualcuno vigila sempre su di noi».
Uno spettacolo costruito per emozionare
La macchina organizzativa ha dato vita a un evento dinamico, ricco di contributi artistici: il coro “Cantores Beati Ubaldi”; dodici giovani interpreti del teatro musicale; le coreografie del pattinaggio artistico “Luigi Minelli”; i racconti scenici di Gabriele Foschi; il gioco “Chi vuol essere Alberaiolo?”, che ha coinvolto il pubblico in piazza; i saluti istituzionali e le testimonianze dagli spalti.
La piazza, illuminata dalle luci dei trampolieri e dalla musica, si è trasformata in un teatro a cielo aperto, unendo tradizione popolare e competenze artistiche.
Il momento magico delle 18.55
Quando il conto alla rovescia è sceso a zero, un boato ha attraversato piazza Quaranta Martiri. L’Albero – oltre 700 metri di poesia visiva – si è acceso, rinnovando un rito collettivo che dal 1981 emoziona generazioni. Sul palco, insieme al comandante Falica, ai presentatori e alle autorità, sono saliti tutti i protagonisti dello spettacolo, in un abbraccio simbolico tra arte, istituzioni e cittadinanza.
Un patrimonio che appartiene a tutti
Questa 45ª accensione conferma come l’Albero di Natale Gubbio sia molto più di un’installazione luminosa: è una forma di racconto comunitario, un gesto di appartenenza, un messaggio di pace che ogni anno parte dall’Umbria per raggiungere il mondo.
Come ha ricordato Pierotti: «Da quarantacinque anni realizziamo un simbolo universale di pace e solidarietà». E come hanno dimostrato gli sguardi e la folla di questa edizione, l’Albero continua a essere ciò per cui è nato: una luce che unisce.





















