Categorie: Cronaca Perugia

Un dipendente su tre al comune di Perugia vittima di mobbing. Percentuali alte anche in provincia, regione e altri comuni

Il 34 per cento dei dipendenti del comune di Perugia ha dichiarato di subire o di aver subito mobbing sul lavoro. L'incredibile cifra è stata fornita oggi dall'associazione di consumatori Adoc, che ha organizzato questo pomeriggio a Perugia un convegno su stalking e, indirettamente, mobbing.

In Umbria, secondo dati recenti diffusi dal Presidente Adoc Angelo Garofalo (che all’argomento ha dedicato il libro “Mobbing, subito una legge per uscire dall'incertezza, Stalking, sconfiggere l'inciviltà”) le assenze da mobbing sono il 48 per cento. Da un monitoraggio sulla situazione degli enti pubblici, è emerso che il 34 per cento dei dipendenti del Comune di Perugia ammette di subire (o di avere subìto) il mobbing, alla Provincia il 25,43 per cento, mentre alla Regione è il 12,62 per cento degli occupati, il 12 per cento dei dipendenti del Comune di Terni e il 10 per cento al Comune di Orvieto.

Per fornire assistenza la Adoc e la Uil-Umbria hanno istituito anche uno sportello al quale segnalare la propria situazione e avere assistenza. Nel 2009 lo Sportello ha avuto 162 segnalazioni (il 69 per cento sono donne), nel 2010 ne ha ricevute 170 el2011 le richieste di aiuto sono salite a 209 (il 72 per cento sono donne). Allo stress sul lavoro si aggiunge anche quello che si subisce in famiglia (una sorta di doppio mobbing), quando viene a mancare la comprensione e l'appoggio a superare la crisi lavorativa, tra le mura di casa propria. Il mobbing ha anche un costo per le aziende che negli ultimi anni, secondo la Adoc, hanno affrontato in tutta Europa spese sanitarie per 20 miliardi di euro. Anche nei casi di stalking la percentuale delle denunce allo sportello della Adoc è aumentata: nel 2009 ce ne sono state 48 (40 segnalazioni sono arrivate da donne), nel 2010 se ne sono contate 52 (48 da donne), nel 2011 siamo a quota 62 (59 donne).

Il seminario – Per puntare l'attenzione su queste gravi tematiche che colpiscono in modo così espanso l'Umbria, l'Adoc ha organizzato oggi il seminario “Lo stalking: quando le attenzioni diventano persecuzione”, in programma oggi pomeriggio nella Sala Falcone Borsellino del Palazzo della Provincia di Perugia.
A parlare della cosiddetta sindrome del molestatore assillante sarà, nel corso della Settimana del Benessere Psicologico, la psicologa Chiara Lio, ricercatrice del progetto “Ricerca/Intervento. Lo stalking in Umbria: cause, tipologie, peculiarità” (finanziato dalla Regione Umbria tramite il Fondo Sociale Europeo e attuato nell’Asl n.2) e psicologa volontaria presso lo Sportello antistalking Adoc. Insieme a lei, a far luce sugli aspetti legali di un reato punito dall’articolo 612 Bis del Codice Penale, anche l’avvocato Saverio Pavone, consulente Adoc e il dottor Angelo Garofalo presidente Adoc.

“Abbiamo scelto un approccio multidisciplinare per far luce sui tanti aspetti di un fenomeno sempre più allarmante”, spiegano gli organizzatori. “Il nostro intento è di informare i cittadini sugli strumenti legali per difendersi e sui servizi attivi nel territorio, a partire proprio dagli sportelli anti stalking gestiti dall’Adoc in collaborazione con la Provincia di Perugia e attivi (presso gli Sportelli del Cittadino) oltre che nel capoluogo umbro anche a Città di Castello via e Foligno”.

“La nostra – sottolinea Garofalo – è una battaglia di civiltà contro l’indifferenza della società contemporanea. Oltre a tutelare le vittime degli atti persecutori. Cerchiamo anche un dialogo con lo stalker che molto spesso non è consapevole del male che sta facendo”. Ma come cambia, concretamente, la vita di chi viene pedinato, bombardato di telefonate, sommerso da sms, email o molestato con approcci di ogni genere? “Depressione, ansia e sindrome post traumatica da stress – avvertono gli esperti – sono fra le più gravi conseguenze che possono colpire le vittime di stalking, che, per cercare di sfuggire a quelle che sono vere e proprie persecuzioni, possono cambiareabitudini di vita, frequentazioni o perfino lavoro e numero telefonico”. (fda)