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UN CENTRO DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE E UN CONSOLATO TUNISINO A PERUGIA, CONTRO LO SPACCIO DELLA DROGA

(Francesco de Augustinis) La situazione dello spaccio incontrollato e delle troppe morti per overdose a Perugia va ricondotta agli immigrati della Tunisia, che vanno identificati ed espulsi con un apposito centro di identificazione regionale. E' questa la proposta-interpretazione avanzata stamani in una conferenza stampa dagli agenti di polizia di Perugia, aderenti alla Cisl o alla Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia), che in qualche modo “istituzionalizzano” un certo malumore percepito negli ultimi mesi tra le forze dell'ordine nei confronti degli immigrati provenienti dalla crisi del nordafrica, a Perugia grazie al permesso di soggiorno per motivi umanitari.

I sindacati di polizia hanno definito oggi quello della droga “un fenomeno che sempre di più sta dilagando nel capoluogo, che vede come spacciatori al dettaglio clandestini tunisini, quasi tutti provenienti dalla stessa zona, che hanno come ufficio la propria scheda telefonica. Sopra di loro la malavita organizzata nigeriana, albanese e la Camorra”.

La cronaca degli ultimi giorni fa da specchio a queste affermazioni, con due maxi retate attuate lo scorso fine settimana dalla polizia e i carabinieri e concentrate esclusivamente su persone straniere, prevalentemente in zona Fontivegge. Le due operazioni “anti stranieri” hanno portato al fermo di almeno 48 persone, di cui 21 rilasciate, 22 espulse perché irregolari, 2 arrestate per violenza e resistenza a Pubblico ufficiale e una sola arrestata perché colta in flagrante mentre spacciava.

Secondo i sindacati di polizia, una risposta concreta al problema droga a Perugia può essere quella di “aprire un centro di identificazione ed espulsione e un consolato tunisino a Perugia”.
“Sempre più spesso le lotte e le risse tra bande avvengono non per il territorio, ma per avere la sim card di un altro spacciatore arrestato”, hanno detto stamani il segretario generale territoriale della Cisl di Perugia Antonio Cascianelli e del Siulp di Perugia Massimo Pici. “In pratica, per avere numeri di telefono e aumentare fasce di clientela. La richiesta di droga a Perugia è sempre più alta e non essendo gestita da un unico cartello, ma da tanti free lance in aperta concorrenza tra di loro, la purezza della droga varia molto. Spesso la droga che uccide è perché è troppo pura. Questo ha fatto guadagnare al capoluogo umbro il primato in morti per overdose rispetto alle altre città italiane”.

La Cisl e il Siulp intendono discutere le proprie proposte con i rappresentanti delle istituzioni, con la cittadinanza e le associazioni che vorranno intervenire in un incontro convocato venerdì alle 15 e 30 alla sala dei Notari, dove sarà proiettato il documentario “Zbun” (Cliente), realizzato dal Siulp di Perugia a cura di Vanna Ugolini.

“Questo –hanno concluso Cascianelli e Pici- nel sottolineare che la maggioranza dei cittadini immigrati risiedono nel nostro territorio lavorando onestamente, respingendo con fermezza le varie forme di microcriminalità e di spaccio. Rispetto a questi due fenomeni, se non si interviene in maniera forte e sinergica, si corre il serio pericolo di acuire forme di razzismo che il sindacato respinge categoricamente”.

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