Prosegue alla Bct di Terni la rassegna Umbrialibri Love
“La patria è un amore” è l’incontro che ha aperto il pomeriggio di Umbrialibri Love, sabato a Terni. L’inno italiano, la figura di Goffredo Mameli e la fiction televisiva che a breve sbarcherà su Rai Uno sono stati alcuni dei temi trattati da Giulio Leoni, autore del libro “Mameli. Un grande romanzo storico sull’inno che fece l’Italia” (Rai Libri). Insieme a lui il direttore artistico di Umbrialibri, Angelo Mellone, e Andrea Di Consoli. “Goffredo Mameli è una figura rilevante nel panorama italiano, così come tutta la sua generazione – afferma Leoni – e coloro che hanno fatto il Risorgimento, la prima guerra d’indipendenza, fino ad arrivare alla presa di Roma, a cui dobbiamo l’unità del nostro Paese. Mameli morì pur di coronare il suo sogno di vedere l’Italia sottratta dal dominio degli stranieri. I giovani devono rendersi conto di quanto sia prezioso avere una Patria”.
Gli appuntamenti sono proseguiti con il talk “Amori violenti”, in cui hanno preso parola il tenente colonnello Barbara Vitale e il professore Armando Piccinni, introdotti da Andrea Caterini. “Il numero delle denunce da parte delle donne vittime di violenza è aumentato a livello nazionale – afferma Barbara Vitale – Questo dimostra che le iniziative di sensibilizzazione e informazione che le forze dell’ordine stanno portando avanti sta dando dei buoni risultati, perché le donne denunciano. Inoltre, come carabinieri interveniamo sia attraverso misure di prevenzione, perché quando veniamo a conoscenza di situazioni di rischio, ci muoviamo per proteggere immediatamente le vittime, ma utilizziamo anche misure di repressione, bloccando e impedendo all’autore del reato di proseguire le azioni violente”.
Non solo presentazioni di libri, ma anche un monologo su “che si dice sull’amore” di Antonio Pascale, e una riflessione su “Le canzoni d’amore di Sanremo”, guidati dal conduttore televisivo e radiofonico Umberto Broccoli, e dalla voce di Vincenzo Capua, che ha cantato alcuni dei brani più celebri della canzone italiana. “Tra i brani più significativi della 74esima edizione del festival – afferma Broccoli – ritengo che il primo posto lo meriti Loredana Bertè, quando dice ‘prima mi chiamavano pazza, poi mi fanno santa’. Questo dimostra come le opinioni delle persone sugli altri individui siano altalenanti. Sanremo si basa molto sulle canzoni d’amore, perché l’amore è un sentimento trasversale, anche se credo che negli ultimi anni ci stiamo concentrando troppo sull’immagine e su come ci si veste. Sono felice che stia emergendo il dialetto italiano, come sta facendo Geolier con la sua canzone”.
Sulla scia della riflessione di Umberto Broccoli, si inserisce il pensiero di Vincenzo Capua: “Al Festival di Sanremo ci sono diverse canzoni che strizzano l’occhio al mondo che cambia, in particolare che virano verso i social. Oggi, infatti, sono molto di più le canzoni ballabili e potenzialmente diffuse sui social rispetto alla classica melodia. La musica sta mutando e sta a ognuno di noi decidere se in meglio o in peggio”.
La mattina di sabato, invece, si era aperta con degli appuntamenti all’insegna della riflessione su come siano cambiate la scrittura e la comunicazione, dall’utilizzo delle lettere manoscritte all’avvento dei social network. Protagonista del primo workshop, intitolato “Come si scrive una lettera d’amore”, è stata l’autrice Ilaria Gaspari che ha coinvolto nell’iniziativa alcune classi dei licei ternani. “Per scrivere bene una lettera bisogna prima di tutto avere forte in mente il destinatario o la destinaria – spiega – in secondo luogo si deve evocare in mente con forza la persona a cui si vuole scrivere e infine non si deve avere paura di esporsi. Nell’era dei social network è ancora importante scrivere delle lettere perché la lettera costringe a entrare in uno spazio di riflessione che altrimenti non si esplorerebbe. Inoltre è utile scrivere manualmente e non con l’ausilio di una tastiera: consente di essere maggiormente sinceri”. La medesima riflessione sull’importanza di utilizzare ancora le lettere per comunicare con la persona amata è stata proposta da Davide Orecchio, autore del libro “Lettere ad una fanciulla che non risponde” (Bompiani). In particolare, sottolinea come la comunicazione digitale sia spesso superficiale, mentre la scrittura delle lettere consenta di approfondire l’emotività e il pensiero critico.
Cinzia Tani, autrice del libro “Mia per sempre. Quando lui uccide per rabbia, vendetta, gelosia” ha chiuso le iniziative della mattinata firmata UmbriaLibri Love, dialogando con Andrea Di Consoli nel talk “Grandi classici della gelosia”. “In passato l’uomo non uccideva mai la sua compagna perché non ne aveva motivo – afferma Tani – in quanto la donna non lavorava e non si divorziava. Spesso, anzi, era la donna a uccidere il compagno perché lui la tradiva. Con l’emancipazione è iniziato questo fenomeno raccapricciante chiamato femminicidio. Ci sono dei segnali da cogliere, ma spesso le donne o non se ne accorgono o li ignorano. Tuttavia, al primo schiaffo, alla prima umiliazione o alla costrizione di un rapporto sessuale non consenziente si deve avere il coraggio di andarsene. È importante educare i giovani sin da subito, partendo dalla scuola, dalla famiglia, non dividendo i maschi dalle femmine, non generando lacune tra i generi”, conclude l’autrice.