Umbria, terra di santi e di… musicisti. O meglio, di amanti della musica, che non necessariamente iniziano a suonare uno strumento, ma semplicemente si recano in teatri, auditorium, arene, palazzetti per ascoltare concerti, di ogni genere. Classica, da camera, sinfonica, rock, jazz, folk: hanno veramente l’imbarazzo della scelta gli appassionati di musica che vivono o si trovano a trascorrere le proprie vacanze nel cuore verde d’Italia. Già, perché l’Umbria è la seconda regione (dietro solo alla Toscana) nella classifica nazionale che rileva l’indice di copertura territoriale dell’offerta di spettacolo concertistico: 35,87%. Significa che in più di un Comune umbro su tre è presente offerta di spettacolo. Può sembrare un risultato modesto? La media nazionale, pensate un po’, è ferma al 15,68%. Con la Campania (dove evidentemente tutto si concentra all’ombra del Vesuvio) che chiude con un misero 6,73%, appena sopra al ricco Piemonte che segna un debolissimo 7,65%.
L’analisi, che applica metodi statistici per “misurare” l’offerta culturale, è contenuta nel rapporto Panorama Spettacolo commissionato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sulla base dei dati relativi all’ultimo anno disponibile, il 2016. Un progetto triennale per cercare di comprendere punti di forza e di debolezza dell’industria dello spettacolo.
Attenzione, il secondo podio nella classifica dell’indice di copertura territoriale non significa che l’Umbria sia necessariamente tra le regioni con maggiore offerta musicale. Piuttosto, che si possono udire note qua e là un po’ in tutto il territorio regionale, senza dover per forza spostarsi a Perugia o a Terni. In dati assoluti, nell’anno preso a riferimento in Umbria si sono tenuti 533 spettacoli musicali, con oltre 116mila paganti. Un terzo della Toscana, ma circa 20mila in più delle vicine Marche e con più biglietti staccati (facili ironie a parte) della Liguria.
Un dato, però, dimostra che la piccola Umbria è terra di musica: qui si è tenuto quasi il 3% di tutti i concerti organizzati in Italia, il doppio rispetto al peso della popolazione locale riferito a quella nazionale.
Le città più prolifiche sono ovviamente i due capoluoghi e quelle che ospitano importanti festival. A Perugia, patria di Umbria Jazz, si sono tenuti 144 spettacoli, che hanno avuto anche il maggior numero di paganti: 376 ingressi a concerto, di media. Seguono Orvieto (anche questa terra di Umbria Jazz) con 85 spettacoli e 180 ingressi in media e Terni (dove Uj nacque) con 64 esibizioni dal vivo viste ogni volta da 158 persone. E poi i 41 concerti offerti nella Spoleto dei Due Mondi (più di 250 gli spettatori in media), i 32 di Foligno, i 29 di Gubbio, i 12 nella Città di Castello del Festival delle Nazioni. Chi fa il pienone, dopo Perugia, è però a sorpresa Castiglione del Lago, dove risuona il blues.