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Umbria Salute, nel mirino il nuovo manager

Nel mirino dell’opposizione in Regione finisce ora la nomina dell’amministratore unico di Umbria Salute. “Nonostante lo scandalo sanità, le intercettazioni telefoniche che giorno dopo giorno rivelano particolari sempre più dettagliati del meccanismo della concorsopoli umbra e nonostante una fine ormai annunciata per la presidente Marini e per questa legislatura – attacca il capogruppo della Lega Valerio Mancini – la Giunta regionale a trazione Pd prosegue senza sosta nella sua azione di distribuzione e assegnazione di poltrone“.

Chiediamo la revoca dell’avviso per la designazione dell’amministratore unico di Umbria salute pubblicato il 7 maggio sul bollettino ufficiale della Regione Umbria. Una designazione da parte della Giunta regionale – sottolinea l’esponente leghista – intempestiva e inopportuna considerato che, come si apprende dai giornali, Umbria Salute è uno degli enti su cui la magistratura ha puntato l’attenzione“.

La proposta della Lega è quella di nominare, al posto dell’amministratore unico, un commissario straordinario di concerto con il Ministero della salute e il Ministero delle infrastrutture, come recentemente fatto per il commissario dell’azienda ospedaliera di Perugia. “Infatti, Umbria salute si occupa (o meglio si dovrebbe occupare secondo la LR 9/2014) – evidenzia Mancini – di appalti per le aziende sanitarie e per gli enti regionali, compresa la ricostruzione post sisma. Pertanto necessita di una figura ai vertici scelta con le istituzioni nazionali, che resti in carica fino a nuove elezioni regionali, di altissimo profilo e possibilmente proveniente da fuori regione, al fine di evitare qualsiasi condizionamento nella gestione di un ente che dovrà bandire appalti per diverse decine di milioni di euro. Un nuovo commissario così scelto, fra l’altro, non procederà sicuramente a dare esecuzione alla delibera 441 della Giunta regionale con la quale si chiede di istituire un nuovo direttore ‘abusivo’ per Umbria Salute, che rappresenta solo un ulteriore costo per le casse pubbliche e senza che produca beneficio alcuno per i cittadini“.