Umbria Pride, tra orgoglio Lgbti e scontri nella Lega. Sabato 25 giugno la città di Perugia vivrà il suo terzo corteo. “In nome dei diritti, dell’autodeterminazione e delle libertà”, rivendica con soddisfazione Omphalos. Che ricorda come nel 2019 5mila avevano marciato per le vie del capoluogo con slogan, striscioni, carri e musica. E altrettante se ne attendono in questa edizione. Intorno alla quale, per un verso o per l’altro, c’è molta attesa.
L’appuntamento per il ritrovo è alle ore 15 in Piazza Grimana / Fortebraccio, da dove il corteo si muoverà fino ad arrivare in Piazza Italia, ai Giardini Carducci, dove si terranno gli interventi conclusivi. In serata dalle 23 il party ufficiale al BeQueer (Lido Village) di Ponte San Giovanni.
Infine, domenica 26 giugno il tradizionale e partecipatissimo appuntamento con il grande spettacolo dell’elezione di Miss Drag Queen Umbria 2019 presso l’arena del Borgonovo (UCI Cinema Perugia), dove drag queen di tutta l’Umbria si contenderanno il titolo più ambito con performance uniche.
Lo slogan scelto quest’anno dall’Umbria Pride è Caos. Caos come disordine e il disordine è tutto ciò che rimane tagliato fuori dalla norma. Le identità LGBTQIA+ portano caos all’interno della società perché rompono quello che si è dato per scontato, che è sempre stato imposto come modello unico. “È un caos – spiega Ompaholos – colorato, provocatorio, irriverente e orgoglioso: è il Pride, ed è la voce urlante delle persone a cui è stato chiesto di rimanere in silenzio a tavola o al banco di scuola, composte e ordinate, senza poter esprimere in maniera libera la propria soggettività”.
Le adesioni al manifesto politico, che stila varie rivendicazioni su diritti civili e sociali della persona, genitorialità completa per le coppie same-sex e parità di accesso alla felicità individuale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans* e intersex, arrivano da tantissime associazioni e gruppi politici di tutta la regione, che sfileranno con striscioni e musica insieme alle quattro organizzazioni LGBTI dell’Umbria: Omphalos, Famiglie Arcobaleno, AGEDO Terni e ESeDomani Terni. L’evento è inoltre patrocinato dalla Regione Umbria, da diversi comuni della regione e dall’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia (https://www.umbriapride.it/adesioni/).
Il patrocinio concesso anche dalla Regione Umbria, la cui Giunta di centrodestra è guidata da Donatella Tesei, già parlamentare leghista, viene criticata dal senatore del Carroccio Simone Pillon. Che in questi giorni è stato protagonista di una polemica con Paola Turci, che lo ha definito “poco cristiano e molto fascista” per aver sostenuto i giocatori di Tampa (Florida) che si sono rifiutati di indossare i colori del Gay Pride. “Ormai siamo all’assurdo per cui non basta sopportare passivamente le sguaiatezze LGBT: è obbligatorio aderire ai Pride, pena la scomunica riservata ai fassisti… Cara Paola, canta che ti passa” la replica del senatore.
Destinata a lasciare strascichi politici, invece, la polemica interna a una Lega che in Umbria è uscita male dalle ultime amministrative, con il pesante arretramento nelle due città maggiori andare al voto, Narni e Todi. E con la riduzione dei posti disponibili in Parlamento a seguito della riforma costituzione, si sgomita per cercare un posto al sole. Così, almeno, viene spiegato da alcuni il particolare attivismo di Pillon nelle ultime ore. Su un tema come il Pride che comunque lo ha visto sempre in prima linea, ovviamente tra le fila di coloro che sparano sulla manifestazione.
Nelle ultime ore Pillon ha mandato un avviso “a tutti i sindaci, presidenti di Provincia e presidenti di Regione” affinché ci pensino bene prima di concedere il patrocinio a una manifestazione dove circolano anche slogan ritenuti ingiuriosi e blasfemi.
Ma nel centrodestra perugino c’è anche chi giustifica la scelta della Regione di concedere il patrocinio, scindendo la valutazione politica dal ruolo istituzionale.
Il vertice di maggioranza
E che si tratti, almeno in questa fase, di una questione interna alla Lega è emersa anche nel vertice di maggioranza, al quale hanno partecipato, oltre alla governatrice Tesei, i segretari di Lega (Caparvi), Fratelli d’Italia (Zaffini) e Nevi per Forza Italia in sostituzione di Romizi, impegnato nelle celebrazioni per il XX Giugno. A chiedere con forza alla governatrice di ritirare il patrocinio è stato il Carroccio. Con FdI che si è tirata fuori, in quanto non presente nell’Esecutivo (aspetto, questo, ribadito da Zaffini). Gli azzutti hanno una posizione liberale, sulla linea dettata da Berlusconi. Tesei, di fronte alle richieste del Carroccio, ha ribadito che un passo indietro, oltre che inopportuno, l’avrebbe esposta alle critiche della stampa nazionale. Memore di quanto avvenuto per la normativa sull’attuazione dell’aborto. La governatrice ha tenuto il punto e la Lega, in affanno in questa fase, non ha potuto che prenderne atto. (aggiornamento ore 18)
Una polemica sulla quale interviene anche il presidente di Omphalos, Stefano Bucaioni: “Osserviamo come il teatrino messo in piedi dalle solite associazioni delle famiglie, molte delle quali create ad hoc con l’unico scopo di combattere ogni avanzamento sui diritti delle persone LGBTI, sia una mossa meramente politica per misurarsi all’interno della compagine del centro-destra regionale. Confidiamo che strumenti importanti come il patrocinio vengano sottratti da queste piccole e dannose strategie politiche di reciproca delegittimazione. Bene ha fatto la presidente Tesei a concedere il patrocinio, così come hanno fatto tanti altri comuni della regione e come succede in qualsiasi altra regione del nostro paese”.