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Umbria, pacchetto riforme / Le province diventano “enti di area vasta” / Si “restringono” le sei società, al loro posto tre consorzi

(Ale. Chi.) – Riforme in vista per la Regione Umbria: a modificare il loro assetto sono le sei società società attualmente esistenti e operanti nel settore dei servizi, ovvero: Webred, Centralcom, HiWeb, Webred servizi, Sir e Umbria servizi innovativi. Dalla Regione fanno infatti sapere che ci sarà una riorganizzazione del sistema “Ict” che prevede la creazione di tre consorzi: Umbria salute, Umbria digitale e Umbria pubblica amministrazione. I primi due andranno a sostituire le sei società attualmente esistenti e operanti nel settore. Umbria Pubblica Amministrazione nascerà invece sulla base della trasformazione in consorzio dell’attuale scuola Villa Umbra che assumerà in sè tutte le funzioni di formazione, comprese quelle attualmente facenti capo al Sir.
I dettagli – Umbria salute assumerà il personale e le funzioni attualmente svolte da Webred servizi e dal ramo sanità di Webered Spa andando a riunificare, in un unico soggetto, tutte le attività rivolte al sistema sanitario umbro. Le quote societarie verranno ridistribuite nella misura del 25% ciascuno tra le due Asl e le due Aziende ospedaliere. Le mission saranno essenzialmente tre: servizi generali a sostegno delle aziende socie; realizzazione processi di digitalizzazione della sanità; centrale regionale unica di acquisti in sanità.
Umbria digitale prenderà vita attraverso la fusione per incorporazione prima di Webred Spa e poi di HiWeb in Centralcom e assumerà le funzioni oggi in capo ai tre soggetti, oltre a quelle svolte da Umbria servizi innovativi e dal Sir, i cui soci, a seguito della liquidazione, entreranno a far parte del nuovo soggetto consortile. Questo passaggio, a seguito della nuova legge di stabilità non comporterà oneri finanziari a carico della Regione, al contrario di quanto inizialmente previsto. Il trasferimento del ramo d’azienda di Umbria servizi innovativi (che si occupa di sviluppo digitale), in base alla stessa legge avverrà con il mero trasferimento di personale e comporterà l'uscita della Regione dalla compagine sociale. Umbria digitale diverrà dunque la società pubblica di riferimento (composta da Regione e sistema delle autonomie locali) per il sistema della digitalizzazione della PA Umbra e degli enti locali. In particolare saranno 3 le missioni principali: attuazione agenda digitale, parte pubblica e sostegno alle imprese su tali processi; manutenzione reti infrastrutturali; centrale informatica di committenza per soci, rimettendo tutte le attività di progettazione software al mercato. Tutto ciò avverrà secondo le modalità e i tempi indicati nel cronoprogramma allegato. I consorzi non avranno consigli di amministrazione, ma amministratori unici e assumeranno la forma di società “in house”. Previsto anche un tetto agli stipendi dei dirigenti che non potranno superare il minimi regionali.

Obiettivo della normativa, preadottata dalla Giunta regionale, è promuovere lo sviluppo, la diffusione e l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) al fine di favorire sul territorio regionale lo sviluppo della società dell'informazione in coerenza con l’Agenda digitale europea e l’Agenda digitale italiana e realizzare un processo di digitalizzazione dell'azione amministrativa coordinato e condiviso tra le autonomie locali, in sinergia con il partenariato economico-sociale dell’Umbria. Ciò attraverso il riordino normativo e la semplificazione di società e organismi che operano nella filiera ICT dell’Umbria, continuando il percorso già avviato dalla Regione, in direzione di una maggiore innovazione informatica e telematica. Viene dunque allineata la “mission” di questi soggetti con le nuove priorità dell’Agenda digitale, così da ottenere maggiore efficienza ed economie di scala.
La Giunta ha poi approvato un cronoprogramma che, tenendo conto della complessità delle operazioni da attivare, in cui sono coinvolti anche gli enti locali, delle disposizioni normative e della necessità di rispettare il Patto di Stabilità dovrebbe portare all’attuazione dell’intera riforma entro l’estate 2014. L’adozione del ddl di riordino, necessario a ridefinire il nuovo profilo normativo dei soggetti coinvolti, sarà oggetto di partecipazione e dovrà inoltre essere raccordato con l’approvazione della legge di bilancio regionale 2014.

Per quanto riguarda le province, in base alla legge 325/2013 che ne prevede il commissariamento, andranno ad assumere la configurazione di enti di area vasta, di secondo livello, con funzioni non attribuibili ai comuni a cui, gli stessi, possono cedere la gestione delle proprie competenze. Le funzioni delle province, quali enti di area vasta, risultano essere: pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza; pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale; raccolta ed elaborazione dati ed assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali. La provincia potrà altresì, d'intesa con i comuni, provvedere alla gestione dell'edilizia scolastica con riferimento alle scuole secondarie di secondo grado. Vengono inoltre definite le province dei territori montani, con funzioni aggiuntive legate alla specificità del territorio montano.
I comuni – Nel momento in cui sarà concluso positivamente il percorso di revisione costituzione relativo all' “Abolizione delle Province”, la Regione potrà quindi procedere ad un definitivo riordino delle funzioni in capo a tre enti principali: Regioni, Aree Vaste (così come verranno definite con legge regionale) e Comuni. Questi ultimi, poi potranno fondersi, costituire unioni di comuni o convenzioni per l’esercizio associato di alcune funzioni. I processi saranno obbligatori per i comuni sotto a 5mila abitanti e incentivati per gli altri.
In merito alla richiesta avanzata dai comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Parranno, la Giunta regionale ha provveduto, con deliberazione, a trasmettere al Consiglio regionale la proposta di indizione del referendum consultivo per l’istituzione di un nuovo comune mediante fusione ai sensi della legge regionale 14/2010. Il processo di fusione dei cinque comune dell’alto Orvietano, in coerenza con l’evoluzione del quadro di riforme regionali, rappresenta un progetto pilota di grande interesse. Per questo, in stretta collaborazione con il presidente Brega, saranno presto individuati tutti gli strumenti di revisione normativa utili ad agevolarne l’espletamento in tempi brevi.

La presidente Marini a margine ha dichiarato: “Questo ‘pacchetto’ di riforme porta a conclusione gli impegni che ci eravamo assunti con il programma di legislatura di una profonda riforma e riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale, operando, inoltre, una anticipazione anche di quelle riforme che scaturiranno dalla legislazione nazionale, con particolare riferimento al nuovo ruolo delle Province”.

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