di Ilaria Bosi
Vietato perdere altro tempo. Rimasta in sospeso per quasi otto mesi, riprenderà il 18 marzo l'udienza preliminare a carico di Giorgio Del Papa, unico indagato per la strage della Umbria Olii. Il giudice Roberta Vicini ha infatti fissato nel giro di pochi giorni l'udienza in cui dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio l'imprenditore di Campello, riprendendo il procedimento penale dal punto in cui era stato sospeso nel luglio scorso, quando alla vigilia del pronunciamento venne presentata l'istanza di rimessione, poi respinta dalla Cassazione, con cui Del Papa chiede che il processo venisse celebrato fuori dall'Umbria, indicando a quanto pare Firenze come sede più idonea. Prima che il procedimento venisse messo in stand-by, le parti avevano rassegnato le proprie conclusioni: è quindi presumibile che il futuro processuale si conoscerà il 18 marzo stesso, senza la necessità di ulteriori rinvii. Pesante il quadro accusatorio formulato dalla procura al termine delle indagini preliminari. Secondo l'accusa, infatti, Giorgio Del Papa sapeva della presenza di esano nei silos saltati in aria, elemento questo che, insieme ad altre risultanze investigative emerse nel corso delle indagini, ha aggravato la posizione dell'imprenditore campellino. A Del Papa, infatti, oltre al disastro colposo plurimo, viene contestata un'aggravante specifica: la colpa con previsione dell'evento. La strage secondo le conclusioni della procura, si sarebbe potuta probabilmente evitare attraverso un'idonea valutazione del rischio e con la conseguente adozione di specifiche misure di sicurezza, rese necessarie dal tipo di sostanze presenti. Forse, è stato ipotizzato dall'accusa, anche dei semplici “sensori”, posizionati all'interno dei silos esplosi, avrebbero potuto scongiurare una simile sciagura, costata la vita ai quattro lavoratori della ditta esterna di Narni impegnati nella realizzazione di una passerella pedonale. E Maurizio Manili, Giuseppe Coletti, Vladimir Todhe e Tullio Mottini, tutti morti nello scoppio, non potevano certo sapere (è sempre l'ipotesi accusatoria) del rischio cui andavano incontro. Intanto, sempre sulla Umbria Olii (che negli ultimi mesi ha formalmente cambiato il suo legale rappresentante), è piombata di recente una nuova grana. Il Comune di Campello, infatti, gli contesta un illecito amministrativo, per la mancata comunicazione del nuovo infortunio sul lavoro che si verificato nella fabbrica il 5 gennaio scorso, quando un giovane operaio ha riportato gravissime ustioni agli occhi (è ancora sotto prognosi) dopo essere venuto in contatto con della soda caustica. Un infortunio rimasto a lungo sotto silenzio e per il quale, secondo quanto contestato, non sono state fatte tutte le prescritte comunicazioni di legge. “Abbiamo comunicato alla procura e all'Inail – ha confermato il sindaco Paolo Pacifici – di non aver ricevuto dall'azienda alcuna segnalazione in merito, quindi è inevitabile che scattino le procedure conseguenti”.
(Fonte Il Messaggero)
Modificato alle 13:50
