“Siamo qui oggi con voi familiari delle vittime perché sentiamo il dovere morale della memoria. Una memoria non fine a se stessa, ma che deve alimentare l’impegno per il presente e per il futuro, affinché ogni lavoratore abbia il diritto di tornare a casa ogni giorno dal lavoro”. A dieci anni dalla tragedia della Umbria Olii di Campello sul Clitunno, ieri la Cgil dell’Umbria ha voluto incontrare ed ascoltare i familiari delle vittime di quel terribile sabato 25 novembre 2006 in cui persero la vita Giuseppe Coletti, Maurizio Manili, Tullio Mottini e Vladimir Todhe. Lo ha fatto con una cerimonia a Perugia.
Una tragedia che ha segnato profondamente l’Umbria, anche per alcune iniziative legali eclatanti della proprietà della Umbria Olii che arrivò a chiedere un risarcimento di 35 milioni di euro ai familiari delle vittime. Una vicenda che deve fungere da monito per il futuro, come sottolineato anche negli interventi istituzionali da Gianni Giovannini, responsabile del coordinamento salute e sicurezza della Regione Umbria, da Francesco De Rebotti, sindaco di Narni e presidente del’Anci Umbria e da Paolo Pacifici, già sindaco di Campello sul Clitunno e testimone diretto di tutte le fasi della vicenda Umbria Olii.
Ma le vere protagoniste dell’iniziativa sono state tre delle mogli degli operai uccisi, Anila Todhe, Fiorella Coletti, Catia Mottini, e gli altri familiari presenti, sorelle, fratelli, figli delle vittime. “Il vuoto nelle nostre vite è ancora enorme a dieci anni di distanza”, hanno spiegato le vedove, “ma l’auspicio è sempre che quello che è successo ai nostri cari possa in qualche modo contribuire a far sì che queste tragedie non si ripetano”.
Purtroppo però i dati sugli incidenti sul lavoro dicono altro: già 20 morti in Umbria nel 2016, numero che eguaglia quello dell’intero 2015, e 8441 infortuni denunciati al 30 settembre, in sensibile aumento rispetto allo scorso anno. “Sono numeri che ci spaventano – ha osservato Vasco Cajarelli, della Cgil regionale – perché continuano a crescere nonostante le ore lavorate diminuiscano, nonostante la crisi e nonostante una quota enorme di sommerso”.
“La montagna da scalare è alta ma non possiamo rassegnarci, la Cgil non può farlo di certo – ha detto il segretario generale della Cgil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla – e il nostro compito è quello di insistere, martellare quotidianamente affinché la sicurezza sul lavoro non sia una priorità per la politica e le istituzioni solo una volta ogni 10 anni, all’indomani della Umbria Olii o della Thyssen, ma diventi priorità quotidiana, attraverso la prevenzione, i controlli e soprattutto una modifica culturale dentro e fuori i luoghi di lavoro”.
Al termine dell’iniziativa, dai familiari è arrivato anche un appello al Comune di Campello sul Clitunno affinché il monumento che ricorda le quattro vittime sia ripulito e manutenuto adeguatamente, visto che attualmente versa in condizioni di forte degrado. La Cgil si è fatta carico di fare da tramite con l’amministrazione perché questo intervento avvenga al più presto.