25 novembre 2006: l'Umbria e l'Italia intera assistono sgomente al dramma che si è consuma a Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia. Quattro operai di una impresa esterna di manutenzioni, impegnati nella installazione di passerelle per l'ispezione di giganteschi silos realizzati per lo stoccaggio di olio di oliva, saltano in aria morendo carbonizzati. Uno spaventoso incendio divampa per ore e ore, costringendo i soccorritori a mettere in campo uno spiegamento di forze eccezionale. Oltre alla disperazione dei familiari delle vittime, un disastro ambientale di dimensioni spaventose. Un terribile episodio che per la popolazione di tutta l'Umbria è divenuto l'emblema della lotta quotidiana contro gli infortuni sul lavoro, e da quel momento il Comune di Campello è sempre stato in prima linea nella battaglia, con campagne di sensibilizzazione, attento alla problematica della sicurezza sul lavoro.
Tornare a casa dal lavoro – Ieri pomeriggio, a 6 anni dal tragico incidente, si è svolta, presso la Sala dei Notari di Palazzo dei Priori di Perugia, l’iniziativa organizzata dal Comune di Campello sul Clitunno, in collaborazione con il Comune di Perugia e con l’Inail Umbria, per ricordare le vittime dell’esplosione della Umbria Olii. All’evento, coordinato da Fabrizio Ricci – autore di Se la colpa è di chi muore – hanno partecipato il sindaco di Campello sul Clitunno Paolo Pacifici, Tullio Gualtieri, Direttore regionale dell’Inail Umbria, il Sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, e l’Assessore Regionale alla sicurezza nei cantieri, Stefano Vinti. Per l'occasione è stata presentata la pubblicazione Tornare a casa dal lavoro, che racconta la vicenda con le immagini di fotoreporter e la cronaca dei giornalisti. Il concorso giornalistico annuale sul tema delle morti sul lavoro, la realizzazione di una mostra fotografica itinerante – che quest’anno è stata esposta per diverse settimane all’Università degli Studi di Chieti – e gli incontri pubblici sono solo alcune delle iniziative messe in campo negli anni dal comune di Campello sul Clitunno al fine di promuovere la cultura della prevenzione e della sicurezza. “Non dimenticare – ha affermato il sindaco di Campello sul Clitunno Paolo Pacifici – per non lasciare soli i familiari, per rispetto nei confronti di chi ha perso la vita lavorando, e per costruire forme di sensibilizzazione diffusa tra la popolazione, che consentano anche di ricostruire un sistema normativo di tutele e diritti.”
I dati – E' in calo il numero degli incidenti sul lavoro per il 2011: è quanto emerge dal rapporto annuale dell'Inail. Le statistiche tuttavia esprimerebbero un dato allarmante: nonostante gli incidenti siano diminuti, sono quelli mortali ad aumentare. In calo anche gli infortuni a dipendenti stranieri, mentre si confermano in aumento le malattie professionali. Gli incidenti denunciati all’Inail in Umbria sono stati 13.343 contro i 14.886 del 2010 (-10.3%). La flessione degli infortuni è più marcata rispetto al dato nazionale, passato da 776.099 a 725.174 casi (-6.6%). In aumento invece i casi mortali passati dai 16 del 2010 ai 18 del 2011 (+ 12.5%). In questo caso il segnale forte che viene dalle statistiche fa riferimento ai lavoratori stranieri le cui morti – salite da 4 a 5 – testimoniano come, nonostante notevoli siano stati gli sforzi orientati in questa direzione, molto ci sia ancora da fare, soprattutto per tutelare gli addetti del settore agricolo (ben 3 le morti bianche “straniere” verificatesi in agricoltura nel 2011 in Umbria). Trend in costante e continua ascesa anche per le malattie professionali, passate dalle 1.336 denunciate nel 2010 alle 1.419 del 2011 (+6.2%). Nello specifico l’emersione del fenomeno è da accreditare ad una pluralità di fattori tra cui l’aumentata sensibilizzazione e informazione svolta nei confronti dei datori di lavoro e dei lavoratori da parte di Inail, ma anche dei sindacati, delle associazioni di categoria, dei patronati e dei medici di famiglia nonché l’entrata a regime delle nuove tabelle, in base al decreto ministeriale del 9 aprile 2008 che ha previsto come tabellate numerose malattie professionali.
Alcuni casi – L'attenzione rimane naturalmente alta, in maniera primaria per la salvaguardia dei diritti e della sicurezza sul lavoro dei dipendenti. Alcuni episodi, anche recenti, riaffiorano alla memoria: come l'ultimo caso accaduto a Cerbara, dove un nastro trasportatore ha schiacciato la mano ad un'operaia; o ad ottobre, quando a Foligno sono state amputate quattro dita ad un giovane. A luglio morì un operaio alla Proma di Umbertide. E il polo di Terni non è immune agli incidenti: solo a giugno, un operaio a Narni Scalo cadde da un'impalcatura, atterrando dopo un volo di due metri. Il tutto a fronte di una crisi economica incalzante, che spesso non lascia respiro alle aziende: la mappa delle aziende in crisi nella nostra regione, pubblicata dalla CGIL, parla chiaro in questo senso. Un filo rosso, che fa pensare anche a tutto ciò che succede in Italia, come nelle ultime ore a Taranto, dove a causa di una tromba d'aria abbattutasi sulla città e sull'Ilva, è ancora disperso un giovane operaio di 29 anni.
Un commento – “Un bilancio infortunistico in chiaroscuro” – sottolinea Tullio Gualtieri, direttore regionale Inail Umbria – “che ci esorta a continuare nella strada intrapresa in questi anni ed a potenziare ulteriormente gli sforzi sinora fatti. Nel 2011 l’Inail ha continuato sul territorio a perseguire la propria missione – recentemente arricchita dalla funzione di ricerca, grazie all’incorporazione dell’Ispesl e dalla contestuale creazione del “Polo salute e sicurezza” – e lo ha fatto operando in sinergia con le Parti sociali e le Istituzioni impegnate nel welfare, nella convinzione che solo “facendo squadra” ed amplificando gli sforzi è possibile riuscire a ridurre il fenomeno degli infortuni sul lavoro”. (Ale. Chi. e Sa.Cip)
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