Il dolore per la perdita di una persona cara e poi, la burocrazia. Gestire la morte di un congiunto non è solo un fatto emotivo, ma rapidamente si trasforma nel disbrigo di pratiche dolorose e adesso anche più complicate, soprattutto se si decide per la cremazione. “Il forno crematorio di Perugia ha subito un guasto e dal 28 gennaio non effettuiamo più il servizio”. È quanto sta accadendo all’unico struttura per la cremazione dell’Umbria, una regione in cui la cultura della cremazione sta rapidamente prendendo piede. Un disservizio, questo, che si traduce in tempi più lunghi, ma anche in spese più sostanziose poiché per cremare una salma bisogna rivolgersi alle vicine strutture di Siena, Arezzo, Viterbo, Firenze.
Il caro estinto. Di fatto c’è che il forno crematorio di Perugia è una struttura datata e al momento non ci sarebbe una data precisa per il ripristino di questo servizio. In tempo di crisi, però, si devono fare i conti. Il tariffario dei servizi del Comune di Perugia per l’anno 2015, confermato anche per il 2016, specifica un costo per la cremazione di 221,00 euro. L’alternativa, vista l’impossibilità di utilizzare la struttura di Perugia, è quella di rivolgersi ad uno degli altri forni che si trovano nei dintorni. Usufruendo dei servizi del forno crematorio di Siena, ad esempio, la tariffa per i non residenti è di 470 euro a salma. Viterbo ed Arezzo si fermano a 430 euro, cifra a cui però bisogna aggiungere l’iva al 22%. Firenze si scopre essere la più cara, con una cremazione al prezzo di 620 euro, iva inclusa.
I tempi si allungano. A questi costi bisogna aggiungere quelli del trasporto della salma in località diverse da quelle di residenza, effettuato dalle agenzie di pompe funebri, oltre alle spese da sostenere per il viaggio. Costi gonfiati e non solo, perché a Siena i non residenti devono attendere tempi più lunghi, all’incirca 10/15 giorni.
Ma la situazione sarebbe sotto controllo. A confermarcelo, l’associazione per la cremazione di Perugia che è già a conoscenza della questione e sta lavorando insieme all’assessore Wagué per risolvere il problema. Ma il disagio per gli umbri rimane e una data certa per il ripristino del servizio ancora non c’è. A confermare come la cremazione sia diventata una pratica che si sta affermando sempre di più, il numero dei soci dell’associazione di Perugia, con iscritti anche fuori regione, che è a quota 2mila.