Nel solo mese di agosto ci sono stati 2 incidenti mortali sul lavoro in Umbria. “Non riteniamo che basti la reazione del giorno dopo”, afferma la Cgil dell’Umbria.
“Negli anni ‘50 del secolo scorso – continua la nota del sindacato – gli uomini morivano in miniere prive di sistemi di sicurezza, oggi nella nostra civile Umbria si continua a morire di e per lavoro. Eppure c’è chi continua a sottovalutare il problema e allora è bene sapere che di fronte ad una crisi devastante (calo dell’attività produttiva del 30%) la situazione diventa di giorno in giorno più preoccupante.
I dati – “Nella nostra Regione fino ad oggi, ci sono stati 11 casi di incidenti mortali nel 2014 (28 nel 2013, 24 nel 2012, 32 nel 2011). Mentre le malattie professionali con esito mortale sono state ben 12 nel 2013. Quindi nell’anno passato nella nostra Regione 39 persone hanno perso la vita per motivi di lavoro. Se a questo aggiungiamo i 12.737 infortuni del 2013 e le denunce di malattie professionali nello stesso anno, che sono 1.442 contro le 1.259 del 2010 risulta evidente l’esigenza di rilanciare un’iniziativa forte. Perché per noi è chiaro che a fronte di un netto calo delle ore lavorate e di un ridimensionamento dei volumi produttivi c’è un costante peggioramento delle condizioni di lavoro che incide anche sulla vita delle persone. Tutto ciò è inaccettabile.
Che fare? – “Noi riteniamo che occorra evitare lo svuotamento del Durc (documento unico sulla regolarità contributiva), investire in sicurezza, potenziare i controlli ispettivi. E cioè esattamente l’opposto di ciò che si sta facendo da parte del Governo nazionale. Nell’immediato la Cgil dell’Umbria sottolinea queste priorità: rilanciare da subito la vertenza per la sicurezza nei luoghi di lavoro, potenziando ruolo e funzioni di RLS e RLST (rappresentanti dei lavoratori e territoriali per la sicurezza); la CGIL, a partire dai due ultimi incidenti mortali, si costituirà parte civile in tutti gli incidenti gravi che si verificano nel mondo del lavoro.
Non possiamo accettare passivamente – conclude la CGIL – che in questo 2014 si continui a morire di e per lavoro. E’ una questione fondamentale di civiltà e di un nuovo futuro per l’Umbria, per l’Italia e per la vertenza Umbria, su cui svilupperemo la mobilitazione nel mese di settembre”.