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Umbria mobilità, arriva il nuovo sequestro

Redazione

Umbria mobilità, arriva il nuovo sequestro

Dopo l’annullamento del Riesame la procura emette nuovo decreto. Nell'ipotesi di truffa "beneficiario la Regione"
Ven, 13/05/2016 - 12:51

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Appena 24 ore e la procura dopo l’annullamento del Riesame, ha disposto un nuovo atto di sequestro per i computer e alcuni documenti di due indagati di Umbria mobilità (il presidente della società Lucio Caporizzi e la segretaria di Busitalia Lucilla Pittoni rispettivamente difesi dagli avvocati Luca Gentili e Francesco Falcinelli). Rimosso il “difetto di motivazione del decreto”, che aveva portato al dissequestro l’altro ieri evidenziato dai difensori di Caporizzi e Pittoni nel ricorso al tribunale del Riesame, la Procura è tornata all’attacco con un nuovo dispositivo vergato dal pubblico ministero Manuela Comodi.

I due indagati per l’ipotesi di reato di truffa aggravata e falso ideologico, e in particolare il presidente Caporizzi, hanno difeso pubblicamente il proprio operato. Ma la tesi dell’accusa è un’altra. Nelle stesse carte il Riesame aveva sottolineato che “il pm, pur indicando categorie di cose da sottoporre a sequestro, qualificandole come beni pertinenti ai reati per i quali si procede, non ha tuttavia descritto, sia pur sommariamente, i fatti riconducibili agli ipotizzati reati. E pertanto risulta impossibile comprendere la relazione probatoria tra le cose di cui è stato ordinato il sequestro ed i fatti che le suddette cose dovrebbero contribuire a provare”.

Nel nuovo decreto firmato dalla Comodi tutte queste fattispecie sono indicate. Nella motivazione stavolta però il beneficiario della truffa non sarebbe più Ume o Busitalia, ma la stessa Regione dell’Umbria. L’ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico è scaturita “per quei dati trasmessi all’Osservatorio nazionale sulle politiche del Tpl per ottenere contributi” .

Secondo l’ipotesi accusatoria, quindi, i dati da inviare all’Osservatorio sulle politiche del trasporto pubblico – che in base a quei rapporti ha erogato finanziamenti – sarebbero stati alterati. Di mezzo ci sono sei milioni di euro che, se non erogati, avrebbero potuto causare un danno irreparabile alle casse del trasporto pubblico regionale.

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