Cronaca

Umbria Mobilità, 45 inviti a comparire dalla Corte dei Conti per politici e dirigenti | Aggiornamenti

Aggiornamento h 11,29 del 7 agosto-

Come ogni tempesta politica che si rispetti non tardano ad arrivare le prime reazioni dei partiti e dei movimenti presenti in Regione sulla vicenda dei 45 inviti a dedurre sulla situazione contabile di Umbria Mobilità inviati dalla Procura della Corte dei Conti di Perugia.

Claudio Ricci (RP)-Facendo riferimento alle “notizie di stampa su un presunto danno erariale da 45 milioni di euro imputato a politici e dirigenti di Regione e Provincia di Perugia, in relazione ai finanziamenti erogati a Umbria TPL e Mobilità”, il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente) annuncia la presentazione di una mozione con cui “invita la Giunta di Palazzo Donini a predisporre con urgenza un atto ricognitivo teso a informare l’Assemblea legislativa dell’Umbria e le specifiche Commissioni (inclusa quella d’inchiesta recentemente istituita sul tema) sui eventuali rilievi della Procura della Corte dei Conti in merito ad Umbria TPL e Mobilità Spa sui finanziamenti concessi da Regione e Provincia di Perugia”.

Nell’atto di indirizzo Ricci chiede anche di “verificare l’opportunità che dirigenti e amministratori regionali eventualmente coinvolti nell’inchiesta permangano nei ruoli ora ricoperti”. E di adottare “atti di autotutela decisoria per annullare prudenzialmente tutte le delibere contestate dalla Corte dei Conti, e ancora finanziariamente efficaci verso Umbria TPL e Mobilità spa”.

Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini (LegaNord)“L’elenco delle persone chiamate a rispondere alla Corte dei Conti per il danno di 45 milioni di euro legati alla vicenda Umbria Mobilità certifica le responsabilità politiche del Pd sullo stato del trasporto pubblico umbro”. Lo affermano i consiglieri Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini ( Lega Nord), secondo cui “la Corte dei Conti conferma ciò che la Lega denuncia da più di due anni: i fondi erogati da Regione e Provincia sono serviti esclusivamente per sopperire alle gravi carenze gestionali senza alcuna utile prospettiva futura e solo per fornire liquidità aggiuntiva alla società per permetterne la sopravvivenza”.

Mancini e Fiorini sottolineano che “la sinistra, ininterrottamente al Governo di questa Regione da quasi 50 anni, non ha mai saputo immaginare un reale e sostenibile sviluppo dell’Umbria, condannandola all’assistenzialismo e all’isolamento. Questa cronica condizione si è ulteriormente aggravata negli anni della presidenza Marini che, di fronte alle nuove sfide di un mondo sempre più veloce ed esigente, non solo non ha assicurato all’Umbria lo sviluppo dell’aeroporto San Francesco e il collegamento con l’alta velocità, ma ha addirittura mandato in malora quel poco di buono che c’era”.

I consiglieri leghisti ricordano “lo stato disastroso delle strade regionali e provinciali e il vero e proprio collasso dell’Fcu. Colpita in questi giorni dell’ennesimo provvedimento di rallentamento forzato dei convogli nel tratto Papiano-Todi per motivi di sicurezza, con i treni costretti, in alcuni tratti, a procedere quasi a passo d’uomo con un ulteriore allungamento dei tempi di percorrenza di quasi mezz’ora per pendolari e turisti. Di fronte a tutto questo, in ritardo non ci sono solo i treni, ma anche le dimissioni della Marini e di tutta la Giunta. È ora che la presidente se ne vada a casa e visto come ha ridotto il trasporto umbro le consigliamo di farlo a piedi. Chiederemo – concludono – una seduta monotematica dell’Assemblea legislativa e l’immediata istituzione della Commissione speciale”. 

Maria Grazia Carbonari (Movimento5 Stelle)- “La notizia dell’inchiesta esplosiva della Corte dei Conti sul disastro finanziario di Umbria Mobilità, che vedrebbe coinvolti 45 tra politici e dirigenti (che si affianca a quella della Procura di Perugia) apre scenari completamente nuovi e imprevedibili”. Così il consigliere regionale Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 Stelle) secondo la quale “questo, forse, spiega il fortissimo nervosismo della maggioranza verso la Commissione d’inchiesta da noi istituita con le firme di tutta l’opposizione”.

“Dopo il voto – ricorda -, seguirono telefonate ‘concitate’ della presidente ad ogni membro della maggioranza, ed ora vuole cambiare le regole sulle Commissioni d’inchiesta. Nel frattempo, faremo tutto il possibile affinché la Commissione, nell’ambito delle proprie competenze, faccia piena luce su tutte le responsabilità politiche e amministrative del presente e del passato di questo disastro, di cui l’Umbria è vittima, facendo tutti i nomi di chi ne è responsabile”.

Gianfranco Chiacchieroni (capogruppo del Partito democratico), Silvano Rometti (capogruppo SeR) e Attilio Solinas (capogruppo Misto – Mdp). “Le scelte compiute in merito ad Umbria Mobilità sono state motivate dalla tutela degli interessi dell’azienda, dalla salvaguardia dei suoi livelli occupazionali e dal rispetto del diritto dei cittadini umbri ad avere garantito un servizio di trasporto pubblico in tutta la regione. Questi sono stati gli unici obiettivi perseguiti nell’azione amministrativa della Regione Umbria”. Lo dichiarano Gianfranco Chiacchieroni (capogruppo del Partito democratico), Silvano Rometti (capogruppo SeR) e Attilio Solinas (capogruppo Misto – Mdp) spiegando che i gruppi consiliari di maggioranza hanno “aderito alla iniziativa di istituzione della Commissione di inchiesta su Umbria Mobilità perché non hanno nulla da nascondere. Anzi vorremmo approfondire tutti gli aspetti e le problematiche che sono state evidenziate”.

Chiacchieroni, Rometti e Solinas, nel condividere la dichiarazione rilasciata dalla presidente della Giunta, Catiuscia Marini, spiegano di volersi “mettere al lavoro per far funzionare la Commissione di inchiesta e per dare così ulteriori risposte ai cittadini in termini di servizi e di informazioni sull’azienda e sulle criticità riscontrate”

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Sono 45 gli inviti a dedurre, inviati a politici di Regione e Provincia di Perugia oltre che dirigenti di Umbria Mobilità, a seguito di un’inchiesta partita dalla procura della Corte dei Conti. Della notizia ne parla l’edizione odierna de Il Messaggero. Sulle colonne del quotidiano viene citato un danno erariale di circa 45 milioni di euro.

Nel mirino dell’inchiesta del procuratore regionale, Antonio Giuseppone, sarebbero dunque finite la gestione delle risorse pubbliche, essendo Umbria Mobilità una partecipata, e che sarebbe una costola dell’inchiesta penale sull’utilizzo dei fondi pubblici già portata avanti dal pm perugino Manuela Comodi e dei rilievi effettuati anche dalla Guardia di Finanza.


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Sotto la lente di ingrandimento, ci sarebbero, sempre secondo quanto riportato da Il Messaggero, anche i finanziamenti erogati da Regione e Provincia, utilizzati per “sopperire alle carenze gestionali“.  Gli inviti a comparire sarebbero dunque stati inviati a buona parte dei componenti delle ultime due amministrazioni regionali di Palazzo Donini, ad alcuni (anche ex) consiglieri regionali, ad altri tra dirigenti, istruttori e dipendenti pubblici.

La replica delle Regione Umbria – In una sua nota, giunta alle redazioni nel pomeriggio di domenica 6 agosto, Palazzo Donini così replica: “in merito alle notizie relative all’iniziativa della Procura della Corte dei Conti dell’Umbria, che ha inviato a più soggetti ‘inviti a dedurre’ per ciò che riguarda la gestione della società Umbria Mobilità, pur nel rispetto dell’azione della magistratura contabile, al fine di evitare strumentalizzazioni o distorte interpretazioni dei fatti oggetto di attività di indagine, si intendono precisare alcuni aspetti oggettivi ed inequivocabili.

Va innanzitutto sottolineato che tale iniziativa sarà l’occasione per chiarire e distinguere definitivamente  le responsabilità – ove vengano accertate – tra quanti, con la loro condotta, avrebbero contribuito a portare il sistema del trasporto pubblico locale regionale in una situazione di criticità finanziaria. Dunque, è auspicio della Regione Umbria che ciò avvenga al più presto, riservandosi ogni azione tesa al perseguimento delle eventuali responsabilità che dovessero emergere dall’indagine della Procura della Corte dei Conti.

Obiettivo unico e primario della Giunta regionale è stato sempre quello di agire responsabilmente nell’interesse della comunità regionale per tutelare il pubblico interesse rappresentato dal sistema trasportistico regionale che non è mai stato interrotto, oltre che mettere in atto tutte le iniziative tese a  salvaguardare il patrimonio dei soci della società.

Si precisa poi che, da un punto di vista tecnico, la decisione di aumento di capitale della società effettuata dalla Regione Umbria era conforme sia alle norme nazionali che regionali.

Così come la stessa anticipazione di 17 milioni di euro, sempre a vantaggio della società Umbria Mobilità, è stata decisa con legge regionale approvata dall’Assemblea legislativa, e dunque la Giunta regionale si è limitata a dare attuazione al dispositivo di legge, che peraltro è risultata conforme alle verifiche sia da parte del Ministero dell’Economia e Finanze sia da parte della Corte costituzionale.

Vale la pena ricordare che tali misure hanno consentito di salvare il posto di lavoro e il salario a più di mille lavoratori e di garantire un diritto ed un servizio pubblico primario ed essenziale, quale è quello del trasporto pubblico locale, anche in forza del fatto che tutti gli altri soci pubblici non hanno effettuato alcun aumento di capitale che pure avevano formalmente approvato e condiviso.

Inteso che in questi anni, inoltre, è stato effettuato un significativo lavoro di risanamento economico dell’azienda, con l’azzeramento di quasi tutte le garanzie e l’abbattimento significativo dell’indebitamento.

Nei prossimi mesi, altresì, l’attività di risanamento e razionalizzazione continuerà con l’attuazione del protocollo con Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana che prevede un deciso ammodernamento della infrastruttura ed il passaggio della rete ex FCU al servizio ferroviario nazionale.

Infine, dopo la recente nomina del dottor Ferruccio Bufaloni quale amministratore unico di Umbria Mobilità, verrà predisposto un piano per la restituzione della parte residua del “prestito” alla Regione, e l’avvio dei procedimenti per attivare le azioni per il recupero dei crediti che l’azienda vanta nei confronti del sistema di trasporto pubblico dell’Amministrazione comunale di Roma”.

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