Non accenna minimamente a placarsi la ‘tempesta’ generatasi intorno ad Umbria Tpl e Mobilità. Anzi, l’ultimo quadro tracciato dalle associazioni sindacali è da ‘profondo rosso’. Da un lato l’azienda avrebbe annunciato di non essere in grado di pagare gli emolumenti di settembre ai dipendenti, dall’altro sarebbe ancora in alto mare il piano di risanamento deliberato nell’agosto scorso dall’assemblea dei soci. Rispetto al loro impegno nella ricapitalizzazione dell’azienda solo la Regione Umbria, stando alle parole dei sindacati, starebbe facendo la sua parte. Gli altri soci sarebbero invece del tutto ‘latitanti’. Senza contare il mancato pagamento dei corrispettivi spettanti per servizi già effettuati, pari a circa 12 milioni di euro, da parte della Provincia di Terni e dei Comuni di Perugia, Terni, Città di Castello, Spoleto e altri.
Ecco la nota congiunta delle segreterie regionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-cisal e Orsa
La Società lo scorso 8 ottobre 2013 ha effettuato una comunicazione al personale, peraltro senza alcun preventivo confronto con le Organizzazioni Sindacali Regionali e con la RSU aziendale, con la quale informava che non sarebbe stata in grado di pagare le retribuzioni del mese di settembre 2013 (unitamente alla seconda delle cinque rate della 14ma mensilità 2013), scadente il giorno 10 c.m., e che non sarebbe stata in grado neanche di dare una data certa entro la quale avrebbe effettuato il pagamento. Tale circostanza è stata poi confermata in occasione dell’incontro sindacale convocato con urgenza dalla Società nel pomeriggio dello scorso 9 ottobre.
In occasione di tale incontro, i vertici aziendali hanno rappresentato le difficoltà economico-finanziarie derivanti:
– dal mancato pagamento dei corrispettivi spettanti per servizi già effettuati e fatturati dall’azienda, da parte principalmente della Provincia di Terni, e dei Comuni di Perugia, Terni, Spoleto, Città di Castello ed altri (in misura minore) per complessivi 12 milioni di euro;
– dalla mancata sottoscrizione, da parte del Comune di Terni, dell’atto d’obbligo legato alla proroga del contratto di servizio (sottoscritta da tutti gli altri enti locali), tale da pregiudicare per l’azienda la possibilità di fatturare servizi che sta comunque effettuando;
– dalla contestazione, da parte del Comune di Perugia, di parte degli importi fatturati dall’azienda, nonostante lo stesso abbia sottoscritto tutti gli atti funzionali alla proroga del contratto di servizio;
– dal mancato pagamento da parte di Roma TPL delle rate derivanti dal piano di rientro sottoscritto a maggio che, ad oggi, valgono circa 6 milioni di euro.
Inoltre, permane una situazione di incertezza derivante dalla mancata attuazione del piano di risanamento approvato dall’assemblea dei Soci ad agosto, allegato, peraltro, al bilancio consolidato, funzionale alla vendita del 70 % delle partecipazioni nella new-co Umbria Mobilità Esercizio che, se fino a qualche mese fa sembrava eludibile, ora rappresenta evidentemente l’unica possibilità per mettere in sicurezza i dipendenti e i servizi.
A tale proposito, si evince chiaramente che, rispetto, all’impegno dei Soci a ricapitalizzare l’azienda, necessario per dare gambe al piano, l’unica che fino ad ora ha fatto la sua parte è la Regione Umbria e, se da un lato qualche segnale in tal senso sembrerebbe stia arrivando dalla Provincia di Perugia, dall’altro si riscontra il silenzio totale da parte degli altri Soci.
Questa situazione di caos sta ingenerando nei dipendenti un sentimento di preoccupazione e rabbia che, visti anche i disagi che a molti di loro sta creando il sistematico ritardo nel pagamento degli emolumenti, rischia di sfociare in atti inconsulti difficilmente controllabili che potrebbero anche pregiudicare il regolare svolgimento del servizio. Di questa circostanza è stata data puntuale informativa ai prefetti di Perugia e Terni, ai quali è anche stato chiesto un incontro urgente in merito.
Per questo motivo le Organizzazioni Sindacali e la RSU aziendale attiveranno tutte le opportune forme di mobilitazione del personale e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e degli utenti (altre vittime di questa situazione), funzionali a garantire le retribuzioni del personale (anche dell’indotto) e la messa in sicurezza dell’azienda, le cui modalità saranno comunicate nei prossimi giorni.
A tale proposito, le Organizzazioni Sindacali invitano i vertici aziendali (Presidente, AD, membri CDA e Direttore Amministrativo) a valutare l’opportunità di rimettere il mandato nelle mani dei soggetti pubblici (enti locali, espressione della politica locale, contemporaneamente proprietari e concedenti dei servizi) che, venendo meno sistematicamente agli impegni assunti e/o ai loro obblighi, non consentono loro di lavorare nel bene dei dipendenti e dei cittadini (proprietari e utenti dell’azienda).
Questa mattina è pervenuta la convocazione, da parte dell’azienda, delle Segreterie Regionali e della RSU Aziendale per il prossimo martedì 15 ottobre, alle ore 17.30, per un incontro al quale parteciperà anche l’Assessore regionale Silvano Rometti e, contestualmente, la comunicazione che gli stipendi verranno probabilmente erogati tra il 28 e il 31 ottobre.
A tale proposito è del tutto evidente che, qualora in tale occasione non verrà garantita la data dell’erogazione degli stipendi ma, soprattutto, non verranno fornite le opportune rassicurazioni circa il percorso di messa in sicurezza dell’azienda e dei dipendenti, e non verrà garantita la piena assunzione di responsabilità da parte degli enti proprietari e il mantenimento, da parte degli stessi enti, circa gli impegni assunti, le Organizzazioni Sinadcali e la RSU aziendale procederanno con il percorso di mobilitazione.