I divieti anti Covid da zona arancione non stanno funzionando nel Perugino. Dove l’incidenza è di 273,38 positivi al Coronavirus (ogni 100 mila abitanti) rispetto al dato 83,69 che si registra in provincia di Terni. Il peso della preoccupante situazione nella provincia di Perugia pesa sul dato generale dell’Umbria, dove l’incidenza è 224,67.
Dopo il Natale in Umbria c’è stato un aumento della curva dei contagi in controtendenza rispetto alla media nazionale, con le due curve (umbra e media nazionale) che si incrociano il 20 gennaio.
In Umbria la mitigazione con i divieti della zona arancione, si calcola, è stato di appena lo 0,1%. Praticamente nullo.
E le proiezioni matematiche sono da incubo per l’Umbria basandosi solo sulle restrizioni della zona arancione. Con il picco dei contagi della terza ondata che arriverebbe a fine aprile, dei ricoveri in terapia intensiva (90) a metà aprile e di un numero di decessi che ad aprile potrebbero arrivare ad essere tra 724 e 1443 (oltre mille comunque la media prevista).
Con il lockdown da zona rossa si prevede una mitigazione del 30% dei contagi, con il picco di ospedalizzazioni a fine febbraio (a inizio marzo per le terapie intensive, a quota 74), e i decessi nei 30 giorni del massimo livello della curva che scenderebbero da 280 a 256. Comune tanti.
Le varianti
L’incremento e la velocità dei contagi nel Perugino preoccupa. Soprattutto per i tanti cluster negli ospedali e nelle Rsa. Dopo i due casi di sospetta variante brasiliana in due pazienti di Perugia si ipotizza che questa potrebbe essere la causa dei diversi andamenti tra le due province.
L’Istituto superiore di sanità (che ha analizzato i campioni inviati dall’ospedale di Perugia) ha coinvolto l’Organizzazione mondiale della sanità.
Domani (venerdì) la Cabina di regia nazionale deciderà sull’eventuale passaggio in zona rossa dell’Umbria. L’assessore Coletto e il direttore Dario non si sbilanciano su eventuali previsioni. L’indice Rt stimato dal Nucleo epidemiologico umbro negli ultimi 14 giorni è 1,14. Ma a livello nazionale si prende come riferimento la settimana precedente.
“La situazione è notevolmente attenzionata a livello nazionale” informa Dario. Che legge anche la comunicazione con cui la Cabina di regia “esprime preoccupazione” per l’anomala situazione umbra e “supporta la decisione” assunta con le ordinanze dei sindaci per una più alta mitigazione, “adottando il principio della massima precauzione”.
Bisognerà vedere se la Cabina di regia, alla luce degli ultimi dati, riterrà sufficiente la stretta operata dai Comuni del Perugino (visto l’andamento a due velocità del Covid in Umbria) o se riterrà opportuna la zona rossa per tutta l’Umbria.