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Umbria Jazz16, il 9 luglio al Morlacchi Ramin Bahrami e Danilo Rea “In Bach?”

Con la musica di Bach si può costruire un ponte tra mondi ed epoche diverse ma conciliabili. Progetto affascinante quello condiviso da Ramin  Bahrami, pianista classico famoso a livello mondiale proprio per la sua maniacale devozione alla musica del Kantor, e Danilo Rea, pianista jazz di cultura eclettica che fa dell’arte dell’improvvisatore la chiave che apre tutte le porte musicali.

Il duo torna quest’anno  a Umbria Jazz (teatro Morlacchi, 9 luglio round midnight) dove ha esordito la scorsa edizione in prima mondiale. Chi era allora  al teatro Morlacchi poté vedere due gran coda Fazioli uno di fronte all’altro e due pianisti che tentavano una audace incursione  in terre di confine tra jazz e musica classica. Il programma ha snocciolato brani meno conosciuti, che però occupano un posto fondamentale nello sviluppo della produzione bachiana, assieme ad altri famosissimi.  Nel progetto dei due pianisti lettura e improvvisazione si incrociano in modo equilibrato, con la necessaria libertà ma senza snaturare lo spirito della musica di Bach. Pochi artisti come Bahrami e Rea avrebbero potuto legittimamente varare una impresa simile. Bahrami di Bach è un grande specialista (per la Decca ha inciso soltanto dischi con composizioni di Bach ed ha addirittura scritto un libro che si intitola “Come Bach mi ha salvato la vita”), e Rea ama fare incursioni nel repertorio classico: uno dei suoi progetti più riusciti, tante volte eseguito in concerto e registrato per  Egea, si intitola “Lirico” e contiene pagine, ovviamente rivisitate, di Puccini, Mascagni, Bizet. Ed ecco che la fortunata partnership musicale Barhami- Rea si rinnova per il pubblico di Umbria Jazz con un altro capitolo ma con lo stesso spirito.