Sulla possibilità di riportare Umbria Jazz a Terni, dopo l’atto di indirizzo presentato dal consigliere del Pd, Michele Pennoni, è intervenuto anche l’asessore alla Cultura Giorgio Armillei che mostra qualche perplessità sulla reale possibilità di ospitare il festival in città. L’assessore lascia la porta socchiusa a un possibile dialogo, ma nelle sue considerazioni sembra prevalere lo scetticismo rispetto alla questione. Ecco l’intervento dell’assessore:
“Difficile farlo sulla sola base delle dichiarazioni riportate dai media. Come Amministrazione comunale non abbiamo ricevuto alcuna diretta sollecitazione: siamo ovviamente aperti a qualsiasi forma di dialogo e di coprogettazione ma non mi sembra che il tema sia – come dire – nell’agenda del management del festival. In linea generale e indipendentemente dalle discussioni di queste ore, penso che il rapporto tra una città e un festival – soprattutto quando di grande rilievo artistico – sia una cosa complessa che non può nascere o rinascere sulla base di una ripicca. Nè che si possa pensare a una specie di gara tra città come si trattasse di un beauty contest. Il rapporto tra una città e un festival si costruisce nel tempo, è un meccanismo delicato, ha bisogno di essere alimentato in entrambe le direzioni. E la dimensione finanziaria di questo rapporto non è neppure l’unica. Rigorosi studi empirici hanno dimostato come la spesa pubblica indirizzata verso Umbria Jazz produca un moltiplicatore di spesa pari a 3. Un dato molto convincente che dà ragione all’impegno finanziario dei governi locali. Gli stessi studi hanno mostrato anche come, non certo per responsabilità di Umbria Jazz, l’attivazione locale di valore aggiunto nel settore delle attività imprenditoriali relative alla cultura sia solo il 15% dell’attivazione totale, il resto essendo assorbito dal turismo e dal commercio. Ovviamente anche quest’ultimo è un dato soddisfacente che richiede tuttavia un confronto con le priorità delle politiche pubbliche. Occorre quindi ragionare con attenzione su quello che troppo velocemente si indica come indotto: quando si ha come obiettivo lo sviluppo delle capacità locali i festival sono uno strumento di crescita per i sistemi locali solo nella misura in cui generano e accompagnano azioni imprenditoriali dal basso e non sono solo il frutto di operazioni di vertice, magari a innesco politico istituzionale. L’attivazione delle capacità imprenditoriali locali nel settore delle imprese innovative è uno degli obiettivi delle politiche pubbliche di questa Amministrazione: rete, collaborazione e rigenerazione ne sono le parole chiave. Allo stesso tempo Umbria Jazz non ha bisogno di presentazioni: un dialogo è dunque sempre possibile. Come dice però Silvia Bottiroli di Santarcangelo Festival “il concetto di territorio, per un festival è sempre un po’ strabico”: attrarre sì ma anche attivare. E non possiamo correggere questo strabismo solo per attrarre: non è la linea delle nostre politiche pubbliche in questo settore”.