Ennesimo, pesante, forfait a Umbria Jazz21. Salta l’atteso concerto dei Cimafunk nella serata del 18 luglio al Santa Giuliana, interamente dedicata alla musicalità cubana. Confermato invece il concerto in prima serata di Gonzalo Rubalcaba e Aymée Nuviola.
Che non sarebbe stata una edizione facile lo si sapeva in partenza. Ed anzi va riconosciuta all’organizzazione della manifestazione la “tigna” di aver mandato in scena quanti più artisti possibili senza ulteriori danni e problemi.
E’ stato già difficile organizzare un programma intenso come quello di UJ21, l’edizione della ripartenza (anche se patron Carlo Pagnotta lo ha definito un programma monco), ma prevedere anche l’imponderabile sarebbe stata davvero una operazione alla Mago Otelma.
Altrettanto complesso sarebbe stato mettere in frigorifero delle sostituzioni dell’ultimo minuto, considerato che proprio nell’anno in cui lo spettacolo dal vivo ricomincia a girare, quasi tutti gli artisti sono impegnati in concerti estivi in giro per la penisola.
Insomma una situazione, anche per l’osservazione dei rigidi criteri di sicurezza, al limite del gestibile. Ed è per questo che in questa occasione specifica le critiche lette sui social sono francamente ingenerose. E lo diciamo proprio noi di Tuttoggi che non siamo mai stati teneri con la “macchina” del jazz umbro in altre occasioni.
Senza girare il dito nella piaga, la lista delle rinunce per vari motivi è lunga.
Non bastassero i grandi nomi internazionali che già dal 2019/2020 se l’erano data a gambe annullando i tour mondiali (Lenny Kravitz, Tom Jones e Ben Harper) per la situazione pandemica, dall’inizio di Umbria Jazz21 i cambiamenti in corsa sono stati davvero troppi.
Il 6 luglio si comincia con l’annullamento del duo Edmar Castaneda e Gregoire Maret che cancellano il loro tour e lasciano UJ senza possibile sostituzione dell’ultimo minuto, vista l’imminente apertura del festival, con le anteprime del 7 ed 8 luglio.
A seguire, l’11 luglio, ci si mette anche la finale dei Campionati Europei di Calcio che obbliga ad una manovra che a raccontarla è semplice ma a realizzarla sul campo è una di quelle cose che possono anche finire non proprio bene.
Anche in questo caso le due opzioni del cambio di orario del concerto (senza incorrere nelle paturnie degli artisti) e la proiezione sui maxi schermi del Santa Giuliana della finale, si trasforma in una mossa vincente. Pari e patta!
Tutto fila liscio fino al 14 luglio, quando arriva la notizia del forfait di Gino Paoli che per motivi personali (pare si sia infortunato) dovrà saltare il gran finale del 18 luglio. E non è nemmeno la prima volta che gli capita con Umbria Jazz! Ma al netto del grande Gino, tutto il resto andrà in scena regolarmente.
E visto che il destino è beffardo e anche truffaldino, il pomeriggio del 15 luglio viene data notizia dall’organizzazione tramite i social dell’annullamento del concerto di Imany che si sarebbe dovuto tenere la sera stessa all’Arena.
In questo caso le proteste via social sono state decisamente più vibranti. La giustificazione del forfait è “motivi tecnico organizzativi”. Che, se non hai bucato tutte le ruote dei Tir contemporaneamente, può voler dire tutto o niente al tempo stesso.
E ciliegina finale, il già nominato annullamento di oggi, 16 luglio, del concerto dei Cimafunk in programma nella seconda serata del 17 luglio al Santa Giuliana.
Vi confessiamo che eravamo decisamente curiosi di vedere dal vivo questa band di scatenati musicisti cubani che hanno rivoluzionato la tradizione e le tipiche sonorità dell’isola caraibica, mescolandole con spericolati accordi di Funk.
E invece la notizia ufficiale è che l’annullamento è dovuto al riscontro di alcuni casi di positività all’interno del gruppo, accertati in Francia dove la band si trova in questo momento. Motivazione su cui nessuno trova da ridire.
Non rimane che goderseli su Youtube.
Ora forse è più chiaro cosa può capitare ad una macchina complessa come quella di UJ, anche contro la sua stessa volontà o per colpe proprie.
A volte si incardina un meccanismo da tempesta perfetta che mette a rischio tutto e tutti.
Ma nonostante tutto, appunto, ribadiamo la convinzione che ci siamo fatti sin dal primo momento, il giorno della presentazione dell’edizione 2021, ovvero che il festival ha dato in termini di organizzazione tutto quello che poteva.
E soprattutto ha mantenuto attivo il contatto con il popolo del jazz che tra tutti gli orfanelli dello spettacolo dal vivo è sempre stato quello più esigente di tutti, perchè non attaccato ad altre dipendenze che non siano altro che la musica e la bravura degli artisti.
C’è tempo per rifarsi, e possibilmente senza tornare a solleticare lo showbiz con i lustrini.