Dopo tanta preoccupazione arriva ora in Umbra l’ingorgo “spettacolare”. Il coronavirus sulle prime ha cancellato infatti l’intera stagione estiva dei concerti regionali, inclusa Umbria Jazz.
Annullare il festival è stata una decisione difficile ma inevitabile, una festa della musica con i alcuni tra i più importanti musicisti, non solo jazz.
Le norme sul distanziamento sociale e le cancellazione di tutti i tour estivi dei big della musica hanno fatalmente portato a questa scelta.
Così come hanno fatto anche altre blasonate kermesse come Lucca Summer Festival, tanto per citare un competitor nazionale.
La Fondazione Umbria Jazz rende noto di essere infatti al lavoro, insieme alle autorità locali, per tornare il prima possibile on stage.
Ci sono già progetti che, se le condizioni sanitarie e di sicurezza lo permetteranno , faranno nuovamente risuonare le note del jazz.
In particolare nelle giornate del 7-8-9-10 agosto, a Perugia, con il meglio del jazz italiano, e da ottobre con la stagione 2020/2021 del Jazz Club Perugia.
Questo non compensa ovviamente la cancellazione del festival estivo, ma è un primo passo verso una nuova normalità.
Una decisione ripresa anche da altre realtà musicali umbre che in un primo momento sembravano dover andare perdute per il 2020.
Ecco dunque che dopo il Festival dei Due Mondi di Spoleto (confermati i due weekend lunghi di fine agosto), arriva notizia che riprenderanno il via anche il Todi Festival e quasi sicuramente anche il Festival delle Nazioni di Città di Castello.
Entrambe le manifestazioni però vanno tradizionalmente a coprire il periodo di programmazione tra la fine di agosto e l’inizio di settembre (salvo modifiche dovute alle norme sulla sicurezza pandemica), creando dunque una sorta di ingorgo “spettacolare” forse mai verificatosi in Umbria.
Se si aggiungono poi anche l’edizione confermata (29 agosto-20 settembre) della Giostra della Quintana di Foligno e alcuni spettacoli della Stagione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto (anche questi di norma ricompresi tra la seconda metà di agosto e settembre), ecco che la regione Umbria rischia di esplodere in termini di offerta musicale e culturale.
Il coordinamento tra i grandi eventi musicali umbri è sempre stato un auspicio molto desiderato più che un fatto concreto, e quasi sempre per motivi di poco spessore.
Se però l’Umbria voleva lanciare un segnale di vitalità, questa volta forse occorrerà prendere anche un ansiolitico per non farsi travolgere dalla frenesia degli appuntamenti.