Innovare, contaminare, unire, nel nome dell’amore per il jazz e nel segno dell’“affinità elettiva”, musicale, culturale ma anche turistica, fra l’Umbria e la Catalogna, nella prospettiva di un legame sempre più stretto fra due regioni, teso a consolidare scambi culturali e flussi turistici. È stata presentata così, in una conferenza-stampa tenuasi ieri in un ristorante tipico di Barcellona con la partecipazione delle maggiori testate spagnole, la partecipazione di “Umbria Jazz” alla 43esima edizione del “Voll-Damm Festival Internacional Barcelona”. “Il vostro – ha detto il presidente del Festival Tito Ramoneda, rivolgendosi al sovrintendente artistico di “UJ” Carlo Pagnotta, all’assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Umbria Fabrizio Bracco e al responsabile dell’Agenzia di Promozione Turistica dell’Umbria Stefano Cimicchi -, il vostro è uno dei maggiori festivals jazz del mondo, e per noi è un onore ospitarvi quest’anno in qualità di partners della nostra manifestazione, nata nel 1966 e che ha fatto da palcoscenico, fin dai suoi inizi, ai più grandi jazzisti del mondo. La vostra ‘partnership’ – ha aggiunto – è un passo in avanti verso quella ‘internazionalizzazione’ che costituisce il nostro principale obiettivo. A ‘Umbria Jazz’, inoltre – ha continuato Tito Ramoneda – siamo particolarmente grati perché, grazie anche alla sua peculiare formula che la vuole frutto dell’impegno pubblico e privato, ci ha consentito di entrare in contatto con le istituzioni umbre, nella prospettiva di incentivare scambi culturali e turistici fra le nostre due realtà e del rafforzamento dei legami fra la Regione Umbria e la Catalogna”.
È stato il pianista Danilo Rea, in duo con il trombettista Flavio Boltro, ad inaugurare ieri sera, con un applauditissimo concerto, la “partnership” di “Umbria Jazz” con il Festival Internazionale di Barcellona, attraverso una “rivisitazione” in chiave jazz del patrimonio operistico italiano. Nei prossimi giorni, saranno di scena il clarinettista perugino Gabriele Mirabassi con il suo “Trio”, il pianista folignate Giovanni Guidi con Gianluca Petrella “on trombon”, che saranno accompagnati dalla “Big Band” del Conservatorio, il trombettista Enrico Rava (che si esibirà ancora con Ted Panken al ristorante “Monvìnic”, dove il 14 si celebrerà il “matrimonio del tartufo”, ossia “le nozze” fra il tartufo bianco e il tartufo nero catalano, officiato dagli chef dell’Umbria Marco Bistarelli e della Catalogna Sergi de Meià), proseguendo, l’11 novembre, con Paolo Fresu e Omar Sosa, e quindi concludersi, il 12 novembre, con il concerto di Stefano Bollani per “piano solo”.
“Siamo grati a ‘UJ’ – ha detto ancora Tito Ramoneda – perché, attraverso la ‘partnership’ fra due festivals jazz, è nata una collaborazione fra istituzioni, per far crescere insieme il nostro ‘brand’, culturale e turistico”.
“Per noi è il coronamento di un sogno – ha dichiarato Stefano Cimicchi, amministratore dell’“Apt” dell’Umbria -, l’incontro fra due realtà importanti, e un modo di far conoscere l’Umbria attraverso musicisti di valore internazionale che – ha sottolineato – o sono umbri, come Guidi e Mirabassi, o, come Rea, Rava e Bollani, hanno comunque in Umbria e in ‘Umbria Jazz’ la loro residenza artistica”.
“Con questo gemellaggio – ha detto l’assessore alla Cultura e al Turismo Fabrizio Bracco – abbiamo contribuito a rafforzare il legame fra due terre che hanno molto in comune, e molto hanno a cuore la propria identità culturale. Anche il jazz è ormai diventato, grazie ad ‘UJ’, un simbolo dell’Umbria contemporanea, ed un elemento importante della nostra complessiva offerta turistica, che si nutre, anche nel quadro della candidatura di Perugia/Assisi a capitale della Cultura Europea nel 2019, di una felice combinazione fra l’antico e il moderno”.
“L’Umbria è cresciuta molto anche a livello musicale – ha affermato il soprintendente artistico di “Umbria Jazz” Carlo Pagnotta -, tanto da essere in grado di presentare talenti autoctoni, che nulla hanno da invidiare ai più blasonati, un fenomeno – ha aggiunto -, che sarebbe stato impensabile anni fa. Qui a Barcellona – ha detto – sono rimasto assai colpito da un concerto di giovanissimi studenti, che hanno eseguito musiche di grandi come Charlie Parker e Dizzie Gillespie. Sono rimasto commosso, e potrebbe essere qualcosa che, nel quadro di scambi tra i festival umbro e catalano, potrebbe essere riproposto a ‘Umbria Jazz’, come un segno di crescita delle nuove giovani generazioni”.