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Umbria Jazz 24, dopo l’apoteosi Kravitz arrivano Raye e Cha Wa | Le foto di Tuttoggi

Il 14 luglio esordio al Festival per Raye: una delle artiste più seguite in streaming al mondo, con oltre 3 miliardi di ascolti. Nel Regno Unito ha all’attivo un doppio disco di platino, cinque dischi di platino, quattro d’oro e quattro d’argento, ha inoltre appena vinto 6 Brit Awards, record assoluto, oltre a molteplici riconoscimenti internazionali.

È anche indiscutibilmente una delle più importanti autrici avendo scritto brani per artisti del calibro di John Legend, Ellie Goulding, Khalid, David Guetta, Diplo e Beyoncé. Il suo nuovo album, “My 21st Century Blues”, che segue “Euphoric Sad Songs” del 2020, è un lavoro profondamente personale composto da tredici canzoni, che tocca tutti i temi, dalle difficoltose esperienze nell’industria musicale agli abusi sessuali, agli stupri, al dismorfismo corporeo, alle dipendenze, alla misoginia e persino ai cambiamenti climatici.

Apertura con Cha Wa

La serata del 14 luglio all’Arena è iniziata però con l’esordio sul palco del gruppo scoppiettante degli Cha Wa, una band funky diversa dalle altre perché strettamente intrecciata con le antiche tradizioni dei Mardi Gras Indians di New Orleans: piccante come il gumbo, multicolorata come il mercato delle spezie della Città del Delta, evocatrice di misteri e di magie. Con, in più, una eco delle marching band che sfilavano nel French Quarter. Non bastasse la musica, la band offre anche un forte impatto scenico sfoggiando i pittoreschi costumi e copricapi delle tribù native della Louisiana. “Cha Wa” nella lingua dei Mardi Gras Indians si può tradurre in: “Stiamo arrivando per voi!”.

Cha Wa fu fondata nel 2014 dal batterista Joe Gelini che mentre studiava a Boston, nelle aule della Berklee, entrò in contatto con la cultura dei Mardi Gras Indians e se ne innamorò al punto di trasferirsi a New Orleans. In pochi anni la band ha acquisito una risonanza internazionale partecipando ai più importanti festival, da Montréal a San Francisco, e naturalmente a New Orleans. Il loro secondo album, “Spyboy”, ed il terzo, “My People”, si sono entrambi guadagnati una nomination ai Grammy nella categoria Best Regional Roots Music Album

Foto: Tuttoggi.info (Leopoldo Vantaggioli)