Negli ultimi 10 anni in Umbria si sono consumati 40mila ettari di territorio per realizzare abitazioni, insediamenti commerciali e industriali. Una superficie grande quanto tutto il comune di Spoleto. Solo dal 1995 al 2006 sono state rilasciate 5,5 milioni di concessioni edilizie, per lo più lungo le principali arterie viarie, con una forte concentrazione sull'asse Spello, Assisi, Bastia, Perugia.
“Sono dati comunque obsoleti”, ha commentato Luca Trepiedi, portavoce del neonato Comitato per la difesa del suolo, presentando ieri la campagna “Salviamo il paesaggio” nella sala Fiume di Palazzo Donini. “Abbiamo avuto un po' di difficoltà a mettere insieme un quadro preciso e calzante della realtà esistente a livello locale. Anche i dati nazionali su questo tema non sono molto concordanti, probabilmente a causa di diversi metri e sistemi di valutazione”, ha detto Trepiedi, introducendo i dati sul “consumo di territorio” estrapolati da alcuni rapporti di Legambiente, del Fai, dell'Istat e dell'Ispra.
L'obbiettivo della campagna è proprio aggiornare questi dati, rispondendo alle domande: Quanti fabbricati vuoti, sfitti o inutilizzati ci sono nei territori urbani umbri? E quante sono invece le aree rese edificabili nei piani regolatori per rispondere alle presunte esigenze abitative della popolazione di ciascun comune?
Secondo il Comitato, nato dalla volontà di alcune sigle del mondo ambientalismo umbro, come Legambiente, il Wwf, il Fai, Slow Food, l'Acu, “l'Umbria registra valori di punta a livello nazionale per suolo consumato per chilometro quadrato, considerato che il 30 per cento della sua superficie sono monti” mentre “Perugia è una città che tocca cifre record per il livello di edificazione pro capite”.
Secondo il portavoce del comitato, infatti, il capoluogo è stato classificato da un rapporto Ispra sulla “Qualità dell'ambiente urbano” datato 2010 all'ottavo posto in Italia per ettari edificati, accostandosi a città di dimensioni molto più grandi per numero di abitanti. “Lo sviluppo urbano del nostro comune sembra guidato più da dinamiche di speculazione che da reali esigenze abitative”, ha detto Trepiedi, secondo cui “Questa espansione urbana sottrae spazi alla natura e all'agricoltura”. “Ci sono poi alcune implicazioni meno immediate”, ha aggiunto, “come lo svuotamento dei centri storici, il degrado ambientale delle zone collinari, l'alterazione del paesaggio e -non ultimo- l'aumento del traffico. Non a caso l'Umbria è ai vertici nazionali per il tasso di motorizzazione, con 668 auto ogni 1000 abitanti”.
Il primo passo del neonato comitato, è stato detto ieri nell'incontro di presentazione, sarà quello di fotografare l'attuale situazione del territorio regionale, in particolare studiando i piani regolatori dei vari comuni e inviando questionari alle amministrazioni per quantificare l'espansione del mattone. Il comitato umbro aderisce al “Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio”, una rete che -secondo le associazioni- raccoglie in Italia oltre 10mila persone e 589 organizzazioni impegnate nella tutela del territorio da “deregulation e cemento selvaggio”.
Francesco de Augustinis