Nel tardo pomeriggio di ieri (martedì 2 agosto), in Consiglio regionale, si è tornato a parlare, ancora una volta, di moschee in Umbria. A ripresentare la mozione sull’argomento (già proposta lo scorso gennaio) che impegnava la Giunta ad attivarsi presso il Governo nazionale per “una moratoria alla costruzione o all’apertura di nuovi centri islamici e nuove moschee” sono stati i due consiglieri della Lega Nord Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini. Scontato e diretto il riferimento al Centro culturale islamico di Umbertide, ormai da tempo bersaglio di tantissime polemiche, per la costruzione del quale il capogruppo del Carroccio ha chiesto pure di indire un referendum. L’Assemblea legislativa dell’Umbria, dopo il dibattito, ha deciso unanimemente di rinviare in Commissione la mozione in questione.
Tra gli inteventi il primo a dire la sua è stato il vicepresidente Assemblea legislativa Marco Vinicio Guasticchi, che ha chiesto di “verificare tutti gli aspetti riguardanti un progetto molto discutibile e non condivisibile. rinviare la mozione in commissione e convocare in audizione i soggetti interessati, a cominciare dagli amministratori comunali di Umbertide, attuali e passati”. Raffaele Nevi (FI) ha invece detto di voler cercare di “costruire le condizioni affinché le comunità musulmana e cattolica e le altre confessioni religiose possano convivere. Rinviamo la mozione in commissione per fare tutti gli approfondimenti necessari”.
Per Claudio Ricci (RP) la mozione di Mancini e Fiorini “è utile come elemento di riflessione, però le moschee ufficiali sono i luoghi più controllati e sicuri. Altro tema è l’islam ‘domestico’ di cui non abbiamo un quadro chiaro”. “Questo è un argomento che dobbiamo approfondire con momenti di riflessione – ha detto Silvano Rometti (SeR) – coinvolgendo i soggetti che hanno in mano la decisione su questi progetti”. Anche Marco squarta (Fd’I) ha dichiarato di ritener necessario un approfondimento, “Sì alla libertà di culto ma nel rispetto delle regole che le circostanze ci impongono debbano essere chiare e certe”, così come Andrea Liberati (M5S), per il quale “bisogna approfondire la spinosa questione soprattutto per capire cosa è successo e per mettere tutti sullo stesso piano politico e amministrativo di certezze, e per rassicurare i cittadini”.
L’approfondimento in commissione è risultata la scelta più logica anche per Gianfranco Chiacchieroni e Giacomo Leonelli del Pd: per il primo, infatti, “serve un assunzione di maggiori informazioni, anche perché il futuro è insieme, con identità forti e chiare”; per il secondo, “non essendoci le premesse per un voto positivo, appare necessario almeno un approfondimento tecnico”.
“La riunione dei capigruppo – ha concluso Valerio Mancini – ha portato ad un’apertura dell’assemblea, il documento verrà quindi approfondito in commissione per affrontare tutte le tematiche emerse. magari anche per arrivare ad una proposta di legge condivisa, partendo dall’errore commesso nella comunità di Umbertide, dove non c’è stata condivisione per la scelta”