Umbertide è tornata a commemorare le vittime degli eccidi di Serra Partucci e Penetola. Questa mattina, a 69 anni da quei terribili eventi accaduti a quattro giorni di distanza l’uno dall’altro e soltanto due mesi dopo il bombardamento del 25 aprile 1944, la comunità umbertidese si è fermata per rendere omaggio ai 17 innocenti concittadini caduti sotto la furia delle rappresaglie nazifasciste.
Le celebrazioni si sono aperte con la santa messa officiata da don Luigi Lupini a Serra Partucci, nel luogo in cui persero la vita cinque giovani, Natale Centovalle, Domenico Cernic, Bruno Ciribilli, Giuseppe Radicchi e Mario Radicchi; presenti il sindaco Marco Locchi con la fascia tricolore, accompagnato dal gonfalone della città, il presidente provinciale dell’Anpi Francesco Innamorati, l’on. Giampiero Giulietti, i familiari delle vittime di Serra Partucci e Penetola e tanti umbertidesi che con la loro presenza hanno voluto rendere maggio ai loro concittadini.
“Questi sono giorni tristi per la nostra comunità che ricorda le vittime del 1944, prima i 70 morti del bombardamento del 25 aprile, poi i cinque giovani uccisi a Serra Partucci, infine, il 28 giugno, i dodici umbertidesi arsi vivi in un casolare a Penetola di Niccone – ha affermato il sindaco Locchi – questi sacrifici però non sono stati vani, anzi hanno dato tanto al nostro Paese, consentendo la nascita della Repubblica, della democrazia, della Costituzione Italiana. E’ per questo che abbiamo il dovere di ricordare e di trasmettere quella che è una delle pagine più tristi della storia di Umbertide ai giovani affinché serva da monito e da insegnamentoper il futuro”.
“Spero che ognuno di voi porti impresso nella mente e nel cuore il sacrificio di queste vittime innocenti – ha aggiunto Francesco Innamorati – e che ognuno abbia presente sin dai primi momenti della sua educazione i doveri e le speranze che la nostra natura umana ci ha affidato e che dobbiamo portare avanti fino alla fine, diventando un esempio per i nostri figli e i nostri nipoti”. Al termine degli interventi è stato poi distribuito ai presenti il libro “Cinque cipressi”, ultima fatica di Mario Tosti che racconta proprio i tragici eventi del 24 giugno 1944, quindi è stata la volta della deposizione della corona di alloro ai piedi del cippo eretto nel luogo della strage e del monumento in ricordo delle cinque vittime.
Alle 10.30 le celebrazioni si sono spostate a Penetola, dove nella notte tra il 27 e il 28 giugno, i nazifascisti diedero fuoco al casolare delle famiglie Avorio e Luchetti, uccidendo dodici innocenti tra cui tre bambini, Antonio, Carlo e Renato Avorio, oltre a Milena Bernacchi Nencioni, Canzio Forni, Ezio Forni, Edoardo Forni, Guido Luchetti, Conforto Nencioni, Eufemia Nencioni, Ferruccio Nencioni ed Erminia Renzini. Anche qui sono state deposte delle corone di alloro ai piedi del cippo eretto in memoria delle vittime e sulla facciata del casolare, teatro il 28 giugno di 69 anni fa dell’eccidio costato la vita a dodici persone.
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