E’ stata la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, insieme alla segretaria generale della UilP dell’Umbria, Elisa Leonardi e al segretario generale della Uil, Maurizio Molinari, a inaugurare il primo ‘Ufficio H’ della Uil Pensionati dell’Umbria. Lo spazio è a Ponte San Giovanni, in via Nino Bixio e si occuperà di offrire servizi di prima assistenza informativa ai cittadini portatori di fragilità e alle loro famiglie. Presso gli sportelli dell’Ufficio H si potranno avere informazioni sui diritti dei disabili: pensioni di invalidità civile; indennità di accompagnamento; indennità mensile di frequenza; inserimento nel mondo del lavoro; tutela e agevolazioni sul posto di lavoro; assistenza sanitaria; agevolazioni fiscali; integrazione scolastica; abbattimento delle barriere architettoniche; problemi della mobilità; problemi dell’abitazione.
Ad introdurre il segretario Maurizio Molinari, che ha evidenziato l’importanza della capillarità e della presenza sul territorio per l’ascolto.
“Si tratta del primo ufficio H della regione – ha detto Leonardi – dove saremo pronti ad essere vicino alle esigenze e alle problematiche delle persone disabili. Si tratta del primo spazio a livello regionale di questo tipo, che vorrà mettere al centro l’ascolto, per poi intervenire nello specifico delle criticità e lavorare ad una società inclusiva. Non potevamo avere figura migliore ad inaugurare la sede che la sindaca Ferdinandi, che conosce e ha lavorato con le fragilità. Chiunque varcherà questa soglia troverà uno spazio di ascolto e di concreta operatività, perché solo l’ascolto saprà dare risposte. Il sindacato apre un nuovo ufficio ma l’essere sindacato deve andare anche oltre le sedi perché abbiamo il compito di ascoltare e di mettere le persone al centro”.
“Grande orgoglio da parte di tutta l’amministrazione comunale e un ringraziamento alla UilP per l’apertura di questo luogo – ha spiegato la sindaca Ferdinandi – che ci racconta di una comunità e di una città che inizia ad essere più sensibile verso i temi della fragilità. Le comunità che riescono ad occuparsi dei più fragili sono più solide, dove viviamo tutti meglio. Pensare ad un luogo come questo che finalmente custodisca e accolga i bisogni delle persone più fragili è prezioso e di grande importanza. Io ho avuto nella vita la fortuna di lavorare con la disabilità ed è stata un’esperienza preziosa: mi ha insegnato che la disabilità non esiste ma esistono luoghi e sguardi che rischiano di essere disabilitanti. Questo di oggi è dunque il modo giusto di inquadrare la disabilità, perché come politica, come amministrazione e come società possiamo fare molto affinché non si appiccichi sulla pelle l’etichetta dell’esclusione sociale. Non è importante quanto è grande uno spazio, quanto ci siano cuori e teste capaci di comunicare che esiste un sistema di diritti”.