A diciotto anni di distanza, il grande artista italiano Ugo Nespolo torna a firmare il Palio della Giostra della Quintana di Foligno. E' lui, infatti, l'autore del prezioso drappo – una vera e propria opera d'arte – che verrà consegnata al vincitore della Rivincita cavalleresca di domenica 13 settembre, culmine degli appuntamenti rievocativi della manifestazione che affonda le proprie radici nel Seicento. “E' un ritorno graditissimo quello di Nespolo – sottolinea il presidente dell'Ente Giostra, Domenico Metelli – perché è un maestro autentico e il suo nome nel mondo dell'arte è un punto di riferimento internazionale. Con questo Palio che attendiamo con ansia di vedere, si arricchisce ulteriormente la galleria artistica della Quintana che già annovera altri nomi importantissimi, che la rendono ancor più preziosa e museo di se stessa”. Come sempre, l'individuazione dell'autore del Palio è avvenuta da parte della Commissione composta, oltre che dal presidente Metelli – anche dal vice presidente Marco Mariani e dal presidente della Commissione artistica Stefano Trabalza, grazie alla preziosa collaborazione del dottor Cesare Pippi e della professoressa Anna Maria Rodante, vice presidente del Comitato scientifico della Quintana. E proprio al dottor Pippi va il ringraziamento del presidente Domenico Metelli e della Giostra della Quintana. L'artista: Ugo Nespolo, nato a Mosso (Biella), si è diplomato all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ed è laureato in lettere moderne. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri concettuali e poveristi. Mai legata in maniera assoluta ad un filone, la sua produzione si caratterizza subito per un'accentuata impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica. Negli anni Settanta Nespolo si appropria di un secondo mezzo di espressione, il cinema: in particolare quello sperimentale, d'artista. Ai suoi film hanno dedicato ampie rassegne istituzioni culturali come il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Philadelphia Museum of Modern Art, la Filmoteka Polska di Varsavia, la Galleria Civica d'Arte Moderna di Ferrara, il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Gli anni Settanta rappresentano per Nespolo un passaggio fondamentale: vince il premio Bolaffi (1974), realizza il Museo (1975-'76), quadro di dieci metri di lunghezza che segna l'inizio di una vena mai esaurita di rilettura-scomposizione-reinvenzione dell'arte altrui. Negli anni Settanta inizia anche la sperimentazione con tecniche (ricamo, intarsio) e materiali inconsueti (alabastro, ebano, madreperla, avorio, porcellana, argento). Nasce “L'albero dei cappelli”, poi prodotto in serie come elemento d'arredo. Gli anni Ottanta rappresentano il cuore del “periodo americano”: Ugo Nespolo trascorre parte dell'anno negli States e le strade, le vetrine, i venditori di hamburger di New York diventano i protagonisti dei suoi quadri. In questi anni si accumulano anche le esperienze nel settore dell'arte applicata: Nespolo è fedele al dettato delle avanguardie storiche di “portare l'arte nella vita” ed è convinto che l'artista contemporaneo debba varcare i confini dello specifico assegnato dai luoghi comuni tardoromantici. Lo testimoniano i circa 50 manifesti realizzati per esposizioni ed avvenimenti vari, le scenografie per l'allestimento americano (Stamford) della Turandot di Busoni, le videosigle Rai (come Indietro Tutta con Renzo Arbore). Intensissimi, con la sua arte in tutto il mondo, anche questi ultimi anni.