(Adnkronos) - "Malgrado il voto contro, Meloni farà la realista e continuerà a lavorare bene come prima con la von der Leyen. La questione chiave (a parte una possibile crisi migratoria quest'estate) sarà l'Ucraina e l'effetto Trump dopo novembre. Le Pen/Orban/Salvini fanno i 'pacifisti', se così possiamo chiamarli. Meloni finora ha mantenuto una posizione netta a sostegno di Kyiv. Ora - da amica di Trump - che cosa farà?". Se lo chiede in un colloquio con l'Adnkronos Nicholas Farrell, corrispondente del britannico 'The Spectator' e in passato autore di una storica intervista a Silvio Berlusconi (condotta insieme a Boris Johnson).
"Giorgia Meloni alla fine è rimasta fuori sia dal centrodestra del Ppe di Ursula von der Leyen che dalla destra-destra di Le Pen, Orban e dal 'little big man' Salvini", prosegue Farrell. "Con questi ultimi la distanza è soprattutto sull'Ucraina. Questo vuol dire niente super gruppo di destra come qualcuno aveva ipotizzato, per diventare il secondo gruppo all'Europarlamento, superando anche i Socialisti. Di conseguenza, non c'è stato lo spostamento a destra del centrodestra dominante a Strasburgo. Però l'approccio della Meloni sulla crisi dei migranti era stato già accettato dal Ppe e da von der Leyen, e continuerà ad esserlo (vedi anche il manifesto del Ppe che propone centri migranti offshore come quello creato in Albania da Edi Rama e Meloni)", conclude Farrell.
(Adnkronos) – “Malgrado il voto contro, Meloni farà la realista e continuerà a lavorare bene come prima con la von der Leyen. La questione chiave (a parte una possibile crisi migratoria quest’estate) sarà l’Ucraina e l’effetto Trump dopo novembre. Le Pen/Orban/Salvini fanno i ‘pacifisti’, se così possiamo chiamarli. Meloni finora ha mantenuto una posizione netta a sostegno di Kyiv. Ora – da amica di Trump – che cosa farà?”. Se lo chiede in un colloquio con l’Adnkronos Nicholas Farrell, corrispondente del britannico ‘The Spectator’ e in passato autore di una storica intervista a Silvio Berlusconi (condotta insieme a Boris Johnson).
“Giorgia Meloni alla fine è rimasta fuori sia dal centrodestra del Ppe di Ursula von der Leyen che dalla destra-destra di Le Pen, Orban e dal ‘little big man’ Salvini”, prosegue Farrell. “Con questi ultimi la distanza è soprattutto sull’Ucraina. Questo vuol dire niente super gruppo di destra come qualcuno aveva ipotizzato, per diventare il secondo gruppo all’Europarlamento, superando anche i Socialisti. Di conseguenza, non c’è stato lo spostamento a destra del centrodestra dominante a Strasburgo. Però l’approccio della Meloni sulla crisi dei migranti era stato già accettato dal Ppe e da von der Leyen, e continuerà ad esserlo (vedi anche il manifesto del Ppe che propone centri migranti offshore come quello creato in Albania da Edi Rama e Meloni)”, conclude Farrell.