Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti agli inquirenti il giovane ucraino, conosciuto come Dimitri, che al momento è l’unico indagato – a piede libero – per la morte di Bala Sagor, il 21enne bengalese scomparso giovedì scorso e poi trovato senza vita, mutilato, in un sacco, nei giardinetti del rione Casette.
A difendere il trentenne è l’avvocato Maria Donatella Aiello. L’ucraino, ex collega di Obi (come Bala veniva chiamato da tutti) in un ristorante del centro, è finito sotto la lente degli inquirenti sin da lunedì sera, poco dopo il ritrovamento di parte dei resti del corpo. Anche se chi lo conosce lo descrive come una persona insospettabile. Gli stessi titolari del ristorante dove lavora attualmente lo ritengono un bravissimo ragazzo. Tra l’altro raccontano che giovedì – giorno della scomparsa del 21enne – e nei giorni seguenti si è regolarmente recato al lavoro.
L’abitazione di via Pietro Conti dove il giovane sospettato vive è stata presidiata dai carabinieri per tutta la notte e per la giornata di martedì, finendo poi al centro di approfonditi sopralluoghi da parte dei carabinieri, con il Ris, e del procuratore capo di Spoleto Claudio Cicchella. Nella casa, che è stata sequestrata, e nella cantina, nel pomeriggio di mercoledì c’era anche lo stesso Dimitri. Sotto sequestro anche una macchina, una Ypsilon 10, che sarebbe stata nella disponibilità del giovane ucraino. Dopo la massiccia presenza degli inquirenti martedì pomeriggio, la zona di via Conti è tornata alla normalità questa mattina.
Rimane invece presidiata dai carabinieri la “pista”, lo spazio verde di via Primo Maggio, a poche centinaia di metri di distanza, dove lunedì sera è stata segnalata la bici elettrica abbandonata. Proprio uguale al mezzo di Obi, tra gli elementi indicati nella denuncia di scomparsa e sui social dagli amici del 21enne. Ed è accanto alla bici, in un sacco nero, che è stata fatta la terribile scoperta da parte de carabinieri.
Le attenzioni, come detto, si sono subito concentrate sull’amico ucraino. Indagato al momento come atto a sua garanzia, in attesa che emergano elementi dai vari sopralluoghi condotti dagli inquirenti e dalle telecamere di videosorveglianza della città, compresa quella della casa adiacente al ritrovamento del cadavere.
Intanto è ripreso regolarmente – ma sotto l’occhio vigile della scientifica – mercoledì mattina il servizio di raccolta differenziata, sospeso dagli inquirenti nella mattinata di martedì mentre era in corso. Nel rione Casette, tra l’altro, proprio ieri era giorno di raccolta dell’indifferenziato e alcuni sacchi neri esposti nella zona di via Primo Maggio sono stati analizzati dai carabinieri. Della spazzatura è stata sequestrata anche nella vicina via Pietro Conti. Al momento, secondo quanto trapela – anche se gli inquirenti continuano a mantenere il più stretto riserbo – non sarebbero ancora stati ritrovati gli altri resti del povero ragazzo ucciso.
(Articolo in aggiornamento)
[Hanno collaborato Carlo Ceraso e Flavia Pagliochini]