Città di Castello

Uccisa a coltellate, perizia su Bigotti “Incapace di intendere e volere”

Incapace di intendere e di volere al momento del fatto”. Questo è il parere degli psichiatri che, per oltre 2 mesi, hanno seguito Federico Bigotti, il 22enne accusato di aver ucciso a coltellate la madre, Anna Maria Cenciarini, lo scorso 28 dicembre nel loro casolare sulle colline di Città di Castello

La perizia psichiatrica stilata da Giovanni Battista Traverso e Marco Marchettigli esperti nominati dal gip di Perugia Carla Maria Giangamboni, è già stata depositata e verrà acquisita con la formula dell’incidente probatorio, nell’udienza del prossimo 12 luglio. In quella circostanza i legali dell’indagato Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio chiederanno, con ogni probabilità, una pronuncia di proscioglimento, dato che per il ragazzo ritenuto incapace di intendere e di volere potrebbe essere riconosciuta la non imputabilità.

Bigotti, rispetto alla prima fase di silenzio davanti agli inquirenti, in questi mesi si è dimostrato, secondo i legali, molto collaborativo con gli psichiatri. Le uniche dichiarazioni erano state quelle rilasciate alle forze dell’ordine il giorno stesso del delitto, quando aveva raccontato di aver visto sua madre colpirsi da sola con un coltello. Versione, quest’ultima, sempre apparsa inverosimile agli investigatori e poi esclusa, a inizio gennaio, dal risultato dell’autopsia sul corpo di Anna Maria. Per questo motivo il Tribunale del Riesame, alla fine dello stesso mese, aveva confermato la seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere (la prima fu annullata per vizi procedurali senza che Bigotti abbia mai lasciato il carcere) non riconoscendo comunque l’aggravante dei maltrattamenti “per mancanza di gravi indizi di colpevolezza”.

Oggi gli avvocati, dopo la perizia, aggiungono che il 28enne, giudicato “individuo socialmente pericoloso”, dovrà sicuramente essere collocato in strutture preposte e specializzate, anche se, secondo gli psichiatri, Federico sarebbe in grado di poter partecipare ad un processo. Era questo, infatti, il secondo dei quesiti posti dal Gip ai periti. Al momento il ragazzo si trova nel carcere di Terni.