Immediata liberazione di Federico Bigotti. Questo il colpo di scena che pochi minuti fa è arrivato dal Tribunale del riesame di Perugia. Il 21enne indagato per l’omicidio della madre e in carcere dal 2 Gennaio tornerà in libertà e le porte del carcere di Capanne per lui si riapriranno nella direzione dell’uscita, già in questi minuti di mercoledì 13 gennaio. Una decisione in meno di 24 ore che arriva dopo l’udienza di ieri.
Dopo la camera di consiglio, questa mattina il pronunciamento del dispositivo che si basa su un “vizio procedurale”, poichè nell’udienza davanti al Tribunale delle libertà che si è tenuta ieri, i difensori di Bigotti Federico (avvocati Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni) hanno presentato una richiesta di riesame avverso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per per i delitti di omicidio e di maltrattamenti in famiglia commessi ai danni della madre, Cenciarini Annamaria.
Secondo la difesa i verbali di sommarie informazioni rese dal padre Antonio Bigotti, dal fratello e dalla cognata dell’indagato, “pur posti a sostegno della misura cautelare, non sono stati trasmessi al Tribunale del riesame”. L’eccezione della difesa è fondata secondo i giudici che l’accolgono.
Un atto troppo rilevante secondo i giudici Narducci, Verola e Semeraro, “effettivamente determinante ai fini dell’applicazione della misura” , scrivono elencando tutta la giurisprudenza per la quale “l’omessa o tardiva trasmissione al Tribunale del riesame dei verbali di sommarie informazioni testimoniali, espressamente menzionati nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, determina la perdita di efficacia del provvedimento coercitivo… in quanto trattasi di atti di natura sostanziale, essenziali per delineare il quadro indiziario risultante dagli elementi presentati a sostegno di essa”.
Quando il 28 dicembre, giorno in cui Annamaria è stata trovata morta nella sua cucina, gli inquirenti hanno iniziato ad ascoltare i testimoni, hanno sentito rispettivamente alle 20, alle 15.20 e alle 18, il padre, il fratello e la cognata della vittima. Queste testimonianze all’esito anche dell’autopsia che ha escluso categoricamente che la donna si fosse accoltellata da sola, sono finite direttamente nell’ordinanza di misura cautelare perchè considerate piene di elementi che descrivevano il rapporto tra Federico e la famiglia, tanto da essere (insieme all’autopsia) veri e propri cardini dell’ordinanza. Ma questi verbali di rese informazioni (che sono stati certamente trasmessi dal pm al Gip a sostegno della richiesta di misura cautelare e sono stati prodotti anche in udienza dal pm) sono stati citati in almeno 7 pagine dallo stesso Gip nella sua ordinanza, pertanto, scrivono i giudici “ai sensi dei commi 5 e 9 dell’art.309 del codice di procedura penale, la mancata trasmissione dei predetti verbali, produce la perdita dell’efficacia dell’ordinanza”.
Ma Bigotti potrebbe anche non tornare subito libero, la Procura infatti potrebbe lavorare ad una nuova richiesta di emissione di misura cautelare da inoltrare al Gip prima che Bigotti, espletate le procedure, possa mettere un piede fuori dal carcere.