Terni

Uccide la moglie malata: “Non sopportavo più di vederla soffrire”

“Non sopportavo più di vederla soffrire”. Così il medico 80enne ha spiegato l’uccisione della moglie, con due colpi di pistola, poco prima della mezzanotte di Natale. In casa, con la coppia di anziani – Roberto Pacifici e la vittima, Emanuela Rompietti – c’erano uno dei figli, la sua fidanzata e la badante che li assisteva. Perché Emanuela da tempo soffriva di una malattia degenerativa, che si era aggravata. E il marito Roberto, medico (ex cardiologo) era disperato, si tormentava per non poter far nulla per alleviare le sue sofferenze.

Ha scelto la notte di Natale per ucciderla, ponendo così fine alle sue sofferenze. “Un estremo gesto di disperazione e di amore” hanno riferito gli inquirenti che hanno interrogato per ore l’uomo. Che davanti al pm Barbara Mazzullo – assistito dall’avvocato Francesco Maria Orsini – ha confermato, quanto già riferito ai carabinieri, chiamati dal figlio una volta sentiti gli spari e scoperto quanto era avvenuto nell’altra stanza. Era “angosciato”, perché non sopportava di veder peggiorare le condizioni della moglie, giorno dopo giorno. E così ha scelto un giorno simbolico per farla finita, il Natale. Forse con l’intento poi di togliersi la vita anche lui, con l’arma regolarmente detenuta.

Nessun altro movente, tra quelli che gli inquirenti hanno provato a sondare. Roberto Pacifici, dopo la prima confessione, ha confermato tutto al pm in modo pacato, quasi come se si fosse liberato di un peso.

L’ex cardiologo si trova nel carcere di Terni, con l’accusa di omicidio volontario. Ha passato la notte sotto sorveglianza. La salma della moglie è a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia.

La comunità di Amelia, che conosceva Emanuela e Roberto, è ancora sconvolta e commossa, per questa drammatica vicenda.