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Uccelli da richiamo venduti illegalmente, sequestri e denunce

Vendevano illegalmente uccelli da richiamo. Smantellata dal Nucleo specializzato dei Carabinieri Forestale operante in Umbria un’organizzazione ben radicata nel territorio umbro dedita alla vendita illegale di uccelli da richiamo.

Ai responsabili è stata contestata la pratica illegale dell’uccellaggione, espressamente vietata dalla legge sulla caccia, che consiste nell’intrappolare e catturare in natura uccelli idonei alla vendita come richiami vivi, particolarmente ricercati per la caccia da appostamento.

Il filone delle indagini è partito da un controllo effettuato presso un allevatore di Torgiano. Da subito sono emerse contraffazioni degli anelli identificativi apposti sulle zampe degli uccelli sia per dimensione, forma e la non corrispondenza degli anelli con l’età degli esemplari e con i disciplinari stabiliti dal Foi (Federazione Italiana Ornicoltori).

I controlli

Il controllo è stato effettuato congiuntamente agli esperti ornitologici dell’Ispra e ai servizi veterinari competenti e da subito, venivano configurati ipotesi di svariati reati previsti dal codice penale.

Nelle voliere del punto vendita venivano rinvenuti circa 130 uccelli di specie allodola, tordo sassello, cesene e merlo con anelli identificativi contraffatti. Terminato il controllo del punto vendita l’attenzione dei militari si è spostata alle voliere dell’allevamento dove si rinvenivano delle stesse specie altri 900 uccelli invece privi di marcaggio. I militari provvedevano anche al sequestro di tutta l’attrezzatura utilizzata; pinze, siringhe, presse di precisione per la contraffazione e medicinali somministrati presumibilmente per migliorare le prestazioni canore.

Gli uccelli catturati a San Venanzo

Con le indagini i Forestali riuscivano a risalire al luogo dove gli uccelli venivano catturati in natura nel comune di San Venanzo.

In una boscaglia si rinvenivano diversi siti di cattura per un totale di 6 reti e 23 gabbiette; all’arrivo dei militari le reti venivano rinvenute pienamente attive e gli uccelli imprigionati (un tordo sassello e un picchio rosso minore, specie particolarmente protetta dalla legge 157/1992) venivano immediatamente liberati.

Sequestri e denunce

Oltre alle reti e ai richiami vivi, sono stati sottoposti a sequestro i richiami acustici e altro materiale usato per l’attività illecita.

Ai responsabili, tre soggetti oltre al proprietario del punto vendita di Torgiano, venivano contestati i reati di furto venatorio aggravato, uccellagione, contraffazione ed uso di pubblici sigilli, tentata frode nel commercio e ricettazione di avifauna.

Grazie all’intervento del medico veterinario della Usl, venivano verificate le condizioni di salute e l’idoneità al volo dell’avifauna rinvenuta.

Gli uccelli privi di anello e idonei al volo sono stati rimessi subito in libertà mentre gli esemplari feriti sono stati affidati al centro recupero animali selvatici dei Carabinieri Forestale di Formichella di San Venanzo.