Categorie: Cronaca Foligno

Tutti i dati sulla popolazione folignate: quasi 60mila residenti, ecco come sono distribuite la fasce d'eta

Claudio Bianchini
Quanta gente vive ‘sotto il torrino’ di Foligno? Generalmente e genericamente si parla – per sommi capi – di sessantamila abitanti. Effettivamente, oggi come oggi, quel traguardo appare a portata di mano: siamo esattamente a quota 58.514 abitanti dai bambini appena nati agli ultracentenari. Di questo passo si sfonderà presto la soglia dei 60mila che farà di Foligno una città di medio grandi dimensioni più o meno come Faenza. La popolazione sulle rive del Topino è piuttosto ‘anziana’ se si considera che soltanto un quinto è ricompreso nella fascia di età tra i 24 ed i 40 anni, per l’esattezza si tratta di 12.543 persone. Ci sono poi i giovanissimi – un vasto gruppo che ingloba i neonati sino ai bambini di sette anni – e che conta 7.772 residenti pari al 13,2% del totale. Particolarmente consistente la fascia di folignati ‘over 65’ che sono quindi fuori dall’attività lavorativa: stiamo parlando di ben 13.494 cittadini ovvero sia il 23.06%. La fetta più consistente è quindi rappresentata dalla fascia d’età tra i 41 ed i 64 anni: un segmento di popolazione pari al 57,6%. Oltre un terzo dei folignati – quasi il 36% – vive nell’area cittadina ricompresa nell’asse del Topino che ricade sulle zone di Corvia, Marchisielli – Porta Todi, centro storico, Prato Smeraldo – Sportella Marini e San Giovanni Profiamma. Scarsa ovviamente la densità di abitanti nella zona collinare e montana e in quella della campagna nord ovest verso le frazioni di Fiamenga, Maceratola e Budino. Tornando indietro di sette anni, la situazione era abbastanza diversa: nel 2005 infatti a Foligno si contavano 191,2 anziani rispetto a 100 giovani in età non lavorativa, il che vuol dire che a fronte di quasi due persone anziane, subentrava un solo giovane. Sempre nel 2005 si contavano 54,3 residenti in età non lavorativa oggi potenzialmente in età cosiddetta ‘attiva’. Ora con le nuove riforme del mercato del lavoro, le diverse discipline contrattuali e la crisi economico sociale globale è più complicato fare simili raffronti, anche se – purtroppo – tali indicatori non sembrano affatto essere migliorati, anzi.