“Tutti i concorsi in Italia sono condizionati o da sistemi clientelari di potere o perché devi stabilizzare un precario o perché devi far entrare uno bravo che ha meno titoli. E’ tutto illegale ovviamente ma il sistema dei punteggi si presta a queste interferenze“. Dibattito sulla frase scritta dal consigliere regionale Attilio Solinas, a commento di un post in cui lunedì mattina, prima dell’annuncio di Catiuscia Marini di ribadire le proprie dimissioni, aveva puntato l’indice contro le parole pronunciate a Perugia dal segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti.
Il quale, ospite ad una puntata della trasmissione del La7 “Piazza Pulita” dedicata alla Sanitopoli perugina, aveva duramente criticato un’intervista fatta allo stesso Solinas. All’indomani delle dimissioni presentate dalla Marini il 16 aprile, Solinas, sollecitato a spiegare la propria contrarierà all’atto della governatrice, a proposito dei presunti concorsi pilotati all’ospedale di Perugia aveva detto: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra“. Aggiungendo: “Faccio un discorso craxiano: se va a casa la Marini tanta gente deve andare a casa in Italia“.
Un filmato che lunedì mattina, nel dibattito seguito alle parole di Zingaretti, quando ancora non era certo il futuro della legislatura, chi critica il voto di sabato in Consiglio regionale ha ritirato fuori. E Solinas ha ribadito la propria posizione: “Tutti i concorsi in Italia sono condizionati“. Tanto che qualcuno ha ipotizzato che il consigliere regionale possa essere ascoltato in Procura come persona informata sui fatti.
Solinas chiarisce poi che il suo è un discorso politico, teso a respingere l’idea che a Perugia, in Umbria, ci sia un sistema, come ipotizzato dalla Procura. E che quindi la maggioranza che ha governato l’Umbria non debba lasciare campo libero alla destra. “Stiamo assistendo a un suicidio politico collettivo in cui ognuno, a modo suo senza eccezioni, sta facendo la sua parte” commenta infatti poco dopo il consigliere regionale.
Che già in Aula sabato aveva attaccato la segreteria nazionale del Pd. Concetto successivamente ribadito: Catiuscia Marini è stata costretta a dimettersi”dalla componente dominante del Pd umbro, quella che fa capo a Zingaretti, rappresentata in Umbria dal commissario del Pd (messo lì nonostante abbia perso piuttosto nettamente le primarie regionali) e da altri pezzi più o meno grossi del partito. E questo, sempre secondo l’ex esponente di Mdp, per la volontà del “nuovo correntone del Pd di mettere le mani sull’Umbria, gestendo la fase di transizione post-Marini, comprese le future candidature per le regionali, sgombrando il campo dai residui delle vecchie correnti“. Un obiettivo per il quale “questi nuovi dominatori della scena democratica umbra” non esistano, con “spregiudicatezza“, a “consegnare il governo della regione al centrodestra“.