Cla.Bi.
Sono stati condannati rispettivamente a 23 anni, 21 anni e sei mesi e 19 anni e otto mesi, Salvatore Giovinazzo, Michele Candido e Nazzareno Tiradossi. I tre furono i protagonisti della famigerata sparatoria di Maceratola, dove il 23 maggio del 2011 restò ucciso il rom Emanuele Fè. A comminare le pene, il Gup, Luca Semeraro. Considerato anche il tentato omicidio di Gabriele Rota, avvenuto nello stesso momento. Nessuna attenuante è stata riconosciuta al terzetto, la sentenza con rito abbreviato, è giunta dopo quasi sei ore di camera di consiglio. Il pubblico, ministero Mario Formisano, aveva chiesto l'ergastolo per Giovinazzo e due condanne a venti anni ciascuno, per gli altri due. Secondo il magistrato si trattò di un agguato premeditato, ma il gup Semeraro lo ha invece escluso. Non c'è stata però la concessione delle attenuanti generiche, nonostante i due imputati fossero incensurati. Gli imputati Michele Candido, Nazzareno Tiradossi e Salvatore Giovinazzo, sono stati difesi dagli avvocati Silvia Stancati, Francesco Maggiolini, Francesco Mattiangeli e Corrado Canafoglia. Sono stati riconosciuti dallao stesso Gabriele Rota, il quale aveva detto di aver visto Tiradossi alla guida e gli altri due che gli sparavano contro. La sparatoria sarebbe stata la conseguenza di un litigio avvenuto il pomeriggio tra Gabriele Rota, Emanuele Fè e Salvatore Giovinazzo, in casa di un’amica della moglie di Rota. La proprietaria della Citroen C3 con cui viaggiavano i due rom prima di essere raggiunti e feriti. Era stata proprio lei a riferire del litigio e delle frasi offensive. Stando alla ricostruzione accusatoria, Giovinazzo avrebbe raggiunto Candido e Tiradossi, sarebbero andati a cercare i due rom, allontanati da casa della donna a bordo della C 3. A Gabriele Rota e ai famigliari di Emanuele Fé, costituiti parte civile, è stato riconosciuto un risarcimento di due milioni e quattrocento mila euro. Entro 90 giorni sarà presentato ricorso in appello per il riconoscimento delle attenuanti generiche.