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Tutte le partite e le serie tv a 10 euro al mese: cosa rischia chi è nell’elenco degli abbonati pirata

Tutte le partite di calcio, la Formula 1, la Moto Gp e gli altri eventi sportivi. E poi le serie tv e i film. A soli 10 euro al mese l’accesso a Sky, Dazn, Netflix, Amazon Prime. Per ogni abbonamento pirata piazzato l’agente territoriale prendeva una percentuale di 2-3 euro.

Ora però, i 900mila utenti della piattaforma illegale scoperti dalla polizia postale nell’ambito dell’indagine denominata “Gotha”, partita dalla Sicilia ed estesasi a mezza Italia, rischiano pesanti sanzioni, economiche e penali. Non soltanto, dunque, i 70 componenti dell’organizzazione finiti nel registro degli indagati della Procura di Catania, tra i quali figura anche una persona, di 46 anni, residente nel Perugino, che vendeva il sistema di streaming abusivo in Umbria.

La rete in tutta Italia

L’indagine ora coinvolge anche gli utenti, 900mila in varie regioni italiane, con basi a Palermo, Bologna, Perugia, Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila, Taranto. Qui, gli uomini della polizia postale hanno effettuato perquisizioni e sequestro di materiale.

Acquisendo appunto le utenze illegali di 900mila persone che utilizzavano il che consentiva l’accesso a tutte le piattaforme on demand a soli 10 euro al mese.

Cosa rischiano gli utenti della piattaforma pirata

Utenti che hanno potuto guardare partite e serie tv a un prezzo irrisorio, ma che ora rischiano pesanti conseguenze. In base all’art. 171 octies del Codice penale, nei loro confronti può scattare infatti una multa fino a 25.822 euro e una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione.

“Oltre alla posizione dei 70 indagati – ha detto infatti il direttore della polizia postale Ivano Gabrielli, approfondiremo le indagini e le posizioni di chi distribuisce e acquista questa forma illegale di produzione”. Stimando che attraverso l’operazione “Gotha” sia stato fermato circa il 70% della pirateria streaming in Italia. Utilizzando triangolazioni con Paesi stranieri, come l’Inghilterra, la Germania e la Tunisia.

Si stima che l’organizzazione riusciva ad ottenere illegalmente un giro di affari, attraverso gli abbonamenti per lo streaming pirata, di 30 milioni di euro al mese.