Un tavolo di lavoro a cui siedano tutti i soggetti preposti per elaborare una strategia locale di contrasto ai tumori, basata su informazioni ed analisi specifiche: questa la risultanza della commissione Servizi del Comune di Città di Castello, riunitasi nei giorni scorsi su “Salute e tumori: gestione del rischio in Alto Tevere”.
La commissione si è aperta con l’intervento dell’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini: “Nelle ultime settimane si sono susseguiti diversi incontri tesi a portare in evidenza il tema delle patologie oncologiche a Città di Castello e a facilitare una maggiore consapevolezza sul tema, che presenta alcuni aspetti critici. Anche la presente occasione ci sembra un modo per aggredire il problema e trovare soluzioni. Il Comune è pronto a fare quanto necessario, sempre dalla parte dei cittadini”.
Arcaleni (Castello Cambia), che aveva fatto richiesta di una commissione ad hoc, ha precisato: “Stasera non ci aspettiamo rimedi ma la disponibilità di tutti ad andare ad una indagine conoscitiva per arrivare ad una azione politica incisiva e concerta che a contrasto delle patologie oncologiche non c’è mai stata prima”.
Fabrizio Stracci, direttore del Registro tumori della popolazione umbra: “I dati critici, superiori alla media in Umbria e con una particolare concentrazione in Alta Valle del Tevere sono relativi al cancro gastrico negli uomini. Negli ultimi anni le percentuali tendono a riallinearsi al dato nazionale ma ancora siamo oltre i valori standard”.
Stefano Bravi, responsabile dell’Oncologia dell’ospedale di Città di Castello: “Ci sono una molteplicità di malattie e molteplici cause, non c’è una sola origine e una sola manifestazione. La prevenzione è importante così come che la legge recepisca le evidenze della scienza in base al principio di precauzione. Infine le scelte politiche: se c’è una percentuale alta di cancro gastrico, fare una gastroscopia deve essere veloce e facile così come altre indagini mirate”. Paolo Stranieri, rappresentante dell’Arpa: “Oltre alla raccolta di informazioni ordinaria, in Alto Tevere abbiamo effettuato tre campagne specifiche per avere dati ambientali aggiuntivi. Spesso dai dati generali non emerge un elemento ambientale che va approfondito. Entro una cornice istituzionale siamo disponibili a ulteriori analisi”.
Carlo Romagnoli, presidente ISDE e rappresentante di Medici per l’Ambiente: “Invito ad eliminare ciò che fa male. La gestione deve riguardare il rischio mentre spesso noi gestiamo i danni alla salute. In questo quadro le sostanze pericolose vanno eliminate, non gestite. C’è una caratterizzazione ambientale: venendo a Città di Castello ho incontrato distese di tabacco; i pesticidi dove vanno a finire? C’è la caratterizzazione urbanistica: a Trestina c’è Color Glass. In Alto Tevere manca un modello per la gestione del rischio”. Giorgio Miscetti, Dipartimento di Prevenzione e Igiene pubblica della ASL Umbria 1, ha messo in evidenza il ruolo “dei fattori ambientali e comportamenti nella definizione e individuazione dei fattori di rischio: il fumo per esempio o l’uso di carni rosse lavorate. Diagnosi precoce e prevenzione sono due strade importanti così come condividere conoscenze e approfondimenti ad un tavolo in un quadro generale, ambientale e socio-comportamentale coordinato”.
Bucci (Castello Cambia): “Controlli su quanto viene utilizzato in agricoltura. Manca un progetto di gestione e anche risorse umane per i controlli. Abbiamo fatto un regolamento per i fitofarmaci: il tabacco è cresciuto, ho fatto segnalazioni ma nessuno le ha raccolte. C’è qualcosa che non dobbiamo sapere?”. Rigucci (Lega): “Esiste un livello di ipocrisia. Sappiamo cosa fa veramente male: cellulare, prodotti chimici per la casa, ogm, piante e animali geneticamente modificati. Il Consiglio ha varato un regolamento sull’uso di fitofarmaci ma nessuno controlla”. Gasperi (M5S): “Ci sono problematiche di tipo economico che nessuno vuole riconoscere. Dal ’94 ad oggi mi chiedo quanti morti ci siano stati in Umbria per alcune tipologie di cui non sappiamo ancora le cause. Dobbiamo trovare un equilibrio con l’interesse economico legittimo ma non possiamo tacere sulle conseguenze di alcuni sistemi. Se fanno male i fitofarmaci non devo essere usati”.
Zucchini (Gruppo Misto): “Il Comune deve iniziare a definire un modello di politica della salute anche alla luce dei dati del registro epidemiologico dell’Umbria, per un’azione di sistema in cui siano rappresentanti tutti i soggetti in grado di apportare un contenuto e assumere decisioni. Nel breve periodo possiamo fare una raccolta firme contro la chiusura del registro tumori e fare uno screening specifico per il cancro gastrico in Alto Tevere”. Arcaleni (Castello Cambia): “Sono soddisfatta della commissione che per la prima volta ha affrontato il problema con tutti i soggetti interessati. Tutti hanno riconosciuto l’opportunità di aprire un confronto per trovare soluzioni alla gestione dei fattori di rischio che minacciano la salute. Oggi è solo un primo passo; il lavoro successivo deve portarci ad un gruppo di lavoro che individui le strategie necessarie: screening precoce e controllo degli inquinanti per capire quali strategie di prevenzione primaria e secondaria mettere in atto. Basta con gli annunci, bisogna fare”.