Dopo un anno di indagini, entra nel vivo l’inchiesta per i casi di tubercolosi registrati in una scuola elementare di Spoleto, la XX Settembre, nel giugno del 2015, proprio alla fine dell’anno scolastico. L’indagine penale, che ha preso le mosse da due diversi esposti, vede almeno 1 persona iscritta nel registro degli indagati. E per chiarire eventuali responsabilità, giovedì in uno studio medico di Terni alcuni bambini sono stati sottoposti ad una visita medica da parte di un professore incaricato dalla Procura della Repubblica di Spoleto come consulente.
Il caso era esploso quando una bambina di 10 anni era stata ricoverata all’ospedale di Perugia per colpa della pericolosa malattia infettiva ed i suoi compagni di classe, prima, e quelli di scuola, poi, erano stati sottoposti alla profilassi. Alcuni degli insegnanti e dei bambini sono stati sottoposti a cure mediche e controlli per quasi un anno.
Dopo essere stati sottoposte al test di Mantoux, infatti alcune delle persone che erano state a contatto con la bambina risultata malata erano risultati positivi. Tra loro ci sarebbe stato anche un adulto che aveva già seri problemi di salute. L’Asl 2 aveva reso noto che nessuna di queste persone, al di là della prima bambina, aveva contratto la Tbc, come avevano evidenziano gli accertamenti radiologici a cui erano stati sottoposti. A fare ulteriore chiarezza era stato l’assessore regionale alla sanità Luca Barberini a ottobre 2015, parlando di 8 bambini e 4 insegnanti positivi al test di Mantoux, “precursore” della malattia ma che non implica che essa si sia sviluppata. La tubercolosi, insomma, era nel loro corpo, ma è stata debellata prima che potesse svilupparsi e creare problemi.
In realtà sia i più piccoli che gli adulti si sono dovuti sottoporre a controlli regolari e cure antibiotiche costanti per diversi mesi. E non è vero che a contrarre la tubercolosi era stata una sola bambina: almeno un’altra sua ex compagna di classe, infatti, è stata costretta al ricovero in strutture ospedaliere specializzate. Entrambe le ragazzine – secondo quanto risulta a Tuttoggi.info – ora, dopo oltre un anno, starebbero bene. Si sono però dovute sottoporre a controlli mensili e cure mediche continue.
Ora la Procura sta indagando per capire se nella gestione della vicenda ci siano state mancanze, soprattutto sul fronte sanitario. La mamma della prima bambina contagiata ci aveva spiegato che sua figlia già dalla primavera 2015 aveva dei problemi di salute, ma il suo medico di base non le aveva mai prescritto una lastra. Fino all’aggravamento, avvenuto a giugno, la scoperta della malattia all’ospedale di Spoleto ed il trasferimento a Perugia dove è stata ricoverata diverse settimane. Nel frattempo diversi genitori hanno deciso di presentare due diversi esposti alla magistratura. A rappresentarli ci sono gli avvocati Andrea Andreini del foro di Spoleto e Francesca Mancini del foro di Terni. E dopo oltre un anno dalla denuncia, l’inchiesta è finalmente entrata nel vivo: qualche settimana fa la Procura ha incaricato un consulente tecnico, un medico ternano, per chiarire vari aspetti della vicenda, analizzare la documentazione medica e sottoporre bambini ed adulti coinvolti ad accertamenti. Visite mediche che sono iniziate la scorsa settimana.
(modificato alle 9:20 del 27 dicembre)