Le forze di Polizia da diverso tempo ricevono denunce di truffe informatiche perpetrate ai danni di ignari “navigatori” del web con l’utilizzo fraudolento dei simboli e dei loghi delle Forze di Polizia.
La truffa via internet – Recentemente si sono diffuse anche in provincia segnalazioni di utenti che mentre sono intenti nelle loro ricerche in internet, improvvisamente notano un blocco del proprio computer che fa apparire a tutta pagina una comunicazione riportante l’intestazione della Polizia di Stato – Unità di Analisi del Crimine Informatico con la quale si afferma che l’ignaro utente è stato catturato nelle maglie della rete delle Forze dell’Ordine per aver violato più di una norma di legge, visitando o navigando in alcuni siti “proibiti”.
False indagini – Il fatto che il computer si blocchi completamente, senza permettere di effettuare alcuna operazione, fà credere all’utente di ritrovarsi sottoposto ad indagine per reati di particolare gravità, quali pirateria informatica e pedopornografia on line, ed ingenera nello stesso uno stato di ansia che, nel momento stesso in cui nel prosieguo del testo minatorio si prospetta la via d’uscita immediata tramite il semplice pagamento di una multa di 100 euro, il “costo” richiesto appare cosa di poco conto rispetto agli anni di galera prospettati.
Un “malware” si installa nel pc – In realtà questo ingegnosa truffa consiste in un fenomeno criminale già noto alle forze dell’ordine e che nel corso degli anni ha presentato più varianti con l’utilizzo anche di sezioni investigative della Guardia di Finanza. E’ perpetrata attraverso un meccanismo automatico che si attiva nel momento in cui l’internauta clicca su un particolare link o visita una particolare pagina che, all’insaputa dell’utente, permette l’installazione nel proprio pc di un “malware” proveniente dall’estero, messo in circolazione da ignoti truffatori, che blocca il computer facendo comparire la pagina contenente, spesso in forma sgrammaticata, le citate minacce di punizioni esemplari, ma chiedendo al contempo il versamento di una somma su un determinato conto corrente estero per permettere il ripristino del computer ed essere così esentato da un procedimento penale nei propri confronti dagli esiti infausti.
Mai procedere al pagamento e chiamare un tecnico – In alcuni casi, il malware, attivando la videocamera del pc, effettua anche una foto del malcapitato facendola apparire sul monitor dello stesso, dando maggiore credibilità ed incutendo maggior timore. Chiaramente non si deve mai procedere al pagamento della somma, trattandosi di una truffa; occorre invece recarsi presso un centro di assistenza per pc per richiedere ad un tecnico la rimozione del “malware” ed il ripristino del proprio computer. La Polizia Postale ha in corso indagini per individuare gli autori di queste azioni delittuose.