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Truffe, droga, immigrati clandestini, consulenze: tutti i primati negativi dell'Umbria

di Ada Urbani (*)

Abbiamo fatto davvero una bella figura sulle cronache nazionali grazie alle immagini del paesaggio e dei borghi umbri che hanno fatto da sfondo alla vittoria di Rodriguez al Giro d’Italia, nella tappa di Assisi/Santa Maria degli Angeli. Milioni di persone hanno seguito l’evento e hanno ancora di più apprezzato la bellezza della nostra terra. Purtroppo le cose in cronaca locale, e soprattutto nazionale, vanno molto peggio. Adesso ci si sono messi anche i truffatori con la scusa della beneficienza. Davvero non manca niente in Umbria ! Ovunque gli umbri ricevono complimenti per l’ultimo primato regionale che segue, in rapporto alla popolazione, quello degli incidenti sul lavoro, del maggior numero di immigrati (anche clandestini), del capoluogo a più alta densità per spaccio di droga e di aborti: ora abbiamo conquistato la palma per consulenze ed incarichi, unica regione in Italia dove, nel 2011, sono cresciuti.

Dopo le cronache sulle bande criminali allo stato brado, frutto di una politica nata dal lassismo connivente che ha contagiato troppi amministratori, ecco i dati, ancora parziali, diffusi dal Ministero della Funzione Pubblica delle consulenze. Si profila un incremento del 46% per gli affidamenti e del 29% per i compensi erogati. Numeri che fanno schizzare l’Umbria in vetta alla classifica italiana delle consulenze, mentre il resto del Paese registra un calo dell’8,5% sugli incarichi e del 4,5% delle somme erogate.

Sono quattromila gli incarichi censiti dal Ministero nelle amministrazioni umbre: la Regione, i Comuni, le ASL, l’Università e le scuole fanno la parte del leone. Un uso ingiustificabile del denaro pubblico, oltre 30 milioni di euro, visto che vengono assunti pur in presenza di personale idoneo: questo “panorama” è ben visibile in internet. Trenta milioni di euro avrebbero potuto significare investimenti per il rilancio dello sviluppo e quindi del lavoro in Umbria. Ma siamo in mano al lassismo politico che genera insicurezza e al clientelismo che cresce sulla precarietà.

(*) Senatore Pdl