Un consigliere umbro della scorsa legislatura alla Regione Umbria è stato accusato di uso improprio dei fondi destinati ai gruppi politici regionali.
La notizia è dunque che nelle scorse ore è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini a Franco Zaffini, all’ex consigliere regionale, oggi portavoce regionale di Fratelli d’Italia in Umbria, per un presunto utilizzo improprio dei fondi del suo gruppo politico.
Peculato e truffa i reati contestati al politico umbro – difeso dagli avvocati Giancarlo Viti e Antonio D’Acunto – per avere usato i fondi del gruppo (alcune migliaia di euro) per fini politici invece che per quelli istituzionali autorizzati dal regolamento. All’epoca Zaffini (tra 2011 e 2012, questa l’epoca a cui riferiscono i fatti) era passato dal Pdl al Gruppo misto.
La notifica del 415-bis, nell’ambito di un’indagine sull’attività di diversi gruppi della passata legislatura, consentirà a Zaffini, nei prossimi giorni, di esercitare una serie di attività per poter spiegare la propria posizione, sia di tipo sia argomentativo di fronte al magistrato, sia presentando memorie e documenti ad integrazione del materiale d’indagine.
Intanto, è lui stesso a spiegare e difendersi: “Il problema di fondo è la distinzione tra le spese di natura politico – istituzionale e quelle istituzionali. All’epoca agivamo in virtù di un regolamento regionale che consentiva di avere spese anche per l’attività politico – istituzionale. E infatti, le contestazioni che mi vengono fatte non riguardano appropriazioni personali, mi viene eccepito di aver usato risorse per fare politica, quindi la partecipazione a convegni, e spese di rappresentanza, come le famose cene, che sono tutte documentate. Mi contestano – spiega Zaffini – addirittura la truffa per aver fatto un contratto con un giornale online per pubblicizzare mia attività politica, che, ovviamente non poteva essere istituzionale visto che io ero consigliere di opposizione”.
L’esponente di Fratelli d’Italia annuncia l’intenzione di “combattere, ci accerteremo – aggiunge – che nessuno infanghi anni di impegno serio, questo non lo consentirò a nessuno. Ho già parlato con Giorgia Meloni e vado avanti serenamente sapendo bene quel che ho fatto e pretendendo il rispetto che merito, adesso andremo a chiarire tutto dal magistrato. Quello che è preoccupante – conclude – è l’aspetto mediatico, io ho un percorso che mi conduce ad una candidatura politica tra qualche mese e non voglio che qualcuno pensi di giocare su questa vicenda per creare ostacoli”.
Anche il suo legale, Giancarlo Viti, spiega: “Chiederà lui stesso di essere interrogato dal pm – aggiunge il legale – auspicando una rapidissima definizione del procedimento. Il mio assistito è tranquillo e ripone la massima fiducia sia nell’ operato del magistrato requirente che della guardia di finanza delegata alle indagini”.