Una frode allo Stato per 150mila euro. E’ successo a Città di Castello dove la truffa, al termine di lunghe indagini, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza tifernate, guidata dal luogotenente Franco Nocita.
L’imprenditore cinese a capo dell’illecito era da tempo sulla lista nera delle Fiamme Gialle per aver accumulato indebitamente, in pochi anni, ingenti risorse finanziarie con il sistema delle imprese “apri e chiudi”, con cui praticava prezzi altamente concorrenziali a discapito di altre aziende operanti nello stesso settore.
La truffa prevedeva la costituzione di ditte individuali, operanti nel tessile, intestate a prestanome. Queste imprese, ovviamente, non versavano le imposte dirette, né l’Iva né i contributi previdenziali, distruggendo poi la documentazione contabile. Prima che gli organi competenti potessero dar via ai dovuti accertamenti tributari, il titolare prestanome della ditta, rigorosamente nullatenente, scompariva dalla circolazione, rimpiazzato da un altro cittadino cinese intestatario di una nuova posizione Iva. In questo modo proseguiva la frode.
Al termine delle indagini, l’imprenditore cinese e tre connazionali sono stati denunciati. Sotto sequestro sono finiti numerosi conti correnti, una costosa autovettura di grossa cilindrata e dei crediti vantati nei confronti di diverse aziende per oltre 150mila euro, a garanzia del recupero delle somme illecitamente sottratte all’Erario. L’imprenditore e’ stato anche multato per 6 lavoratori in nero l’attività è stata sospesa.