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Truffa aggravata ai danni dello Stato e fatture false, Gdf scopre società perugina che “approfittava” di contributi pubblici per 50 mila euro- FOTO TO

Sa.Mi.

“Gonfiavano” le fatture ricaricandole anche del 900% per raggiungere la cifra minima di investimenti che gli permettesse di riavere il rimborso del 40% previsto dal bando regionale per l’affidamento di una gara. Per questo tre persone sono state denunciate per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, false dichiarazioni a pubblico ufficiale e per l’utilizzo di fatture false.

Operazione Equity- Una società perugina aveva presentato alla Regione la domanda di ammissione ad un bando per la realizzazione di un progetto innovativo che prevedeva la realizzazione di un laboratorio specializzato per la misurazione dell’intensità acustica ambientale e architettonica e delle vibrazioni strutturali e su edifici. La società avrebbe quindi dovuto acquistare sia il laboratorio sia le attrezzature necessarie. Tutto questo non è mai avvenuto, poiché i locali sono stati in realtà sub locati ad un’altra società. I macchinari inoltre veniva acquistati da un’impresa collegata, per rapporti di parentela tra i soci, all’azienda vincitrice del bando ad un prezzo gonfiato e oltre tutto nemmeno di prima mano, ma già presenti in azienda, il tutto in violazione del bando.

Le violazioni al Bando- stabiliva un programma di investimenti non inferiore a 100 mila euro per poter accedere al contributo, che consisteva nel rimborso del 40% delle spese rendicontate. La società per ottenere il finanziamento pubblico, di fondi europei poi erogati dalla Regione, ha acquistato invece beni da un’impresa legata all’azienda stessa. La società aveva presentato alla Regione una domanda di ammissione, mettendo in preventivo una spesa di 162 mila euro, in realtà i costi effettivi sarebbero risultati inferiori alla soglia minima se le spese non fosse stato gonfiato illegalmente con ricarichi ingiustificati che andavano dal 140 al 900%.

Fondi recuperati e denunce- La verifica si è conclusa con il recupero del contributo illecitamente percepito per oltre 52 mila euro. Le tre denunce che hanno così raggiunto: il titolare dell’azienda, il tecnico che ha eseguito il collaudo ed il rappresentante legale dell’azienda che ha ceduto i macchinari. La società è stata segnalata ai fini della responsabilità amministrativa in capo agli Enti per fatti derivanti da reato, ed è stata avanzata all’autorità giudiziaria la richiesta di sequestro preventivo per equivalente per garantire allo Stato il recupero delle cifre sottratte. Adesso interverrà anche la Corte dei Conti per valutare l’ipotesi di danno all’erario.

L’efficacia del protocollo d’intesa- Era il 28 febbraio scorso quando a Palazzo Donini Gdf, Regione e ordine dei dottori commercialisti siglarono il protocollo d’intesa che in questa operazione vede di fatto la sua prima efficace applicazione. Grazie all’acceso alla banca dati fornita dalla Regione è più facile oggi scoprire chi indebitamente si avvale di finanziamenti pubblici. A sottolinearlo la stessa governatrice Catiuscia Marini, soddisfatta per l’intervento svolto e per il fatto che una tale unità di intenti e collaborazione è in grado di portare alla luce abusi di fondi pubblici che altrimenti verrebbero sottratti ad aziende oneste generando una competizione irregolare tra le imprese. Così grazie a questo novo strumento i sospetti diventano rapidamente situazioni attenzionate e rapidamente partono i controlli.

I presenti– L’operazione è stata descritta nei particolari dal generale Cristiano Zaccagnini, comandante regionale della Guardi di Finanza, dalla presidente dell’ordine dei commercialisti provinciale Marcella Galvani e dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, tutti presenti questa mattina in conferenza stampa.

Indiscrezioni- Massimo riserbo sul nome della società è stato mantenuto in sede di conferenza stampa, ma avrebbe comunque già partecipato a numerose gare che ora sono state messe sotto la lente d'ingrandimento dagli inquirenti, per verificare se anche nello svolgimento di quelle opere non vi siano state irregolarità. L'azienda sarebbe comunque già rientrata in altre inchieste dell'autorità giudiziaria.

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