Categorie: Cronaca Perugia

Truffa aggravata ai danni dello Stato / Assolto agente di polizia per attività sindacale

Assolto. Per non aver commesso il fatto. Così il tribunale di Perugia si è espresso nei confronti dell'imputato Enzo Gaudiosi segretario generale regionale dell’Ugl. Gaudiosi esce così dalla pesantissima accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato formulata “per aver svolto, libero dal servizio d’istituto in Polizia, le mansioni di Segretario Regionale UGL Umbria”. Una sentenza che come si legge nella nota del protagonista della vicenda “conferma che il pieno esercizio dei diritti sindacali non è più un tabù anche per i poliziotti”.

Dopo il proscioglimento da ogni addebito, per presunto danno erariale, già formulato da parte della Corte dei Conti nel settembre del 2012, ora anche il Tribunale di Perugia ha dato ragione all’UGL, difesa dagli avvocati Laura Modena e Francesco Calabrese. “Tutto questo non ci sorprende – ha dichiarato Gaudiosi – poiché noi ci siamo limitati a rivendicare il pieno esercizio di diritti costituzionalmente garantiti e abbiamo riposto la nostra totale fiducia nell’operato dei giudici, chiamati a districarsi tra norme vecchie di trent’anni e paradossi tutti italiani”.

Per effetto della decadenza del divieto di iscrizione ai partiti politici, infatti, i poliziotti possono assumere la carica di Segretario di un partito ma, a causa di una legge del 1981, oramai superata da mutamenti socio-politici e culturali che il legislatore non ha saputo cogliere per tempo, sono costretti a dover aspettare che siano i giudici a perimetrare il corretto ambito in cui possono e devono potersi esplicare diritti fondamentali, peraltro già riconosciuti ai loro colleghi della Polizia Penitenziaria o del Corpo Forestale dello Stato.

“La doppia assoluzione da parte dei giudici umbri – ha concluso Gaudiosi – va salutata per quello che è: un riconoscimento pieno ed inequivoco di un processo di totale emancipazione civile e politico-sindacale della Polizia di Stato, in una cornice democratica pienamente compiuta dagli uomini e donne che vogliono orgogliosamente vestire la divisa senza rinunciare ai loro diritti di rappresentanza”.