Truffa a Lisciano Niccone? Vendita depuratori acqua - Chiedono anticipo, ma la merce non arriva mai - Tuttoggi.info

Truffa a Lisciano Niccone? Vendita depuratori acqua – Chiedono anticipo, ma la merce non arriva mai

Redazione

Truffa a Lisciano Niccone? Vendita depuratori acqua – Chiedono anticipo, ma la merce non arriva mai

Lun, 13/05/2013 - 17:10

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Non è una novità, purtroppo, che, soprattutto in periodi di crisi, qualcuno cerchi di truffare i cittadini e le loro famiglie attraverso i metodi più o meno noti. E' quanto sta accadendo a Lisciano Niccone: a raccontarlo a Tuttoggi.info è un nostro lettore.

La truffa – La telefonata arriva da un sedicente venditore, un paio di settimane fa: l'agente si presenta come dipendente di una azienda produttrice di depuratori per acqua, annunciando una vincita e chiedendo un appuntamento per presentare il prodotto. Il giorno dopo qualcuno si reca effettivamente a casa del nostro lettore, illustrando quella che sembra essere un'imperdibile offerta: l'ospite decide così di firmare il contratto e contestualmente versa una una caparra di 150 euro. I due si stringono la mano e si danno appuntamento al venerdì successivo. A quella visita però non segue nessun'altro incontro: nessuno si presenta più a casa del malcapitato per ultimare la contrattazione e consegnare il depuratore.

Gli altri casi – Il nostro amico sembra però non essere l'unico ad essere stato contattato per questo tipo di vendita porta a porta: dopo una breve ricerca, ha infatti scoperto che il fenomeno di queste vendite promozionali è diffuso in tutto il centro – Italia, in particolare in Toscana, Umbria e Marche. A darne l'allarme è anche la pagina Facebook di Lisciano – Niccone, comune situato vicino ad Umbertide. La storia sembra molto simile a quella riguardante la Eurokontat, ditta di origine padovana, alla quale l'Antitrust ha già comminato, nel gennaio 2009, una sanzione di 170 mila euro, e contro la quale è stato ora aperto un nuovo procedimento. Gli operatori di questa ditta telefonavano alle famiglie proponendogli premi e sconti: poi si presentavano in casa facendo firmare contratti ambigui. Dopo un certo periodo di tempo, durante il quale di loro non si avevano più notizie, spuntava un secondo venditore, che consegnava la merce, minacciando di farla pagare anche intorno ai 5 mila euro. Se gli acquirenti non avessero dato il contributo in denaro, la ditta avrebbe proceduto alla citazione in giudizio. Ad essere colpite, famiglie del Lazio, dell'Umbria, delle Marche e della Toscana, oltre che alcune regioni del nord Italia.

Come recedere – L'unico modo per difendersi, una volta che si è firmato il contratto, è recedendo con una raccomandata entro 10 giorni dalla stipula, secondo quanto stabilosce il decreto 206/2005, all'art.64. Se la merce non è stata visionata, si passa invece ai 10 giorni dalla consegna della merce stessa. Così ha fatto anche il nostro amico. Nel frattempo, l'appello per tutti è di fare attenzione ad eventuali truffe.

Alessia Chiriatti

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